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92 voti favorevoli contro 88 contrari: un piccolo scarto che basta a consegnare al brasiliano Josè Graziano da Silva la vittoria sul suo avversario principale, lo spagnolo Miguel Angel Moratinos Cuyaube, e la carica di nuovo direttore generale della Fao.[MORE]
Il 61enne economista dello sviluppo succede al senegalese Jaque Diouf, che lascia la direzione dopo 17 anni; impegnato da tempo per sostenere, accanto all’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva, il programma “fame zero”, che ha ottenuto finora buonissimi risultati all’interno del Paese (facendo uscire 24 milioni di persone dalla condizione di povertà estrema e riducendo la malnutrizione del 25 per cento), il neo presidente punta ad estenderne i punti principali a livello globale, continuando a far leva sugli aiuti ai piccoli agricoltori, sulla partecipazione della società civile e la parità tra uomo e donna.
Primo sudamericano alla guida dell’organizzazione, da Silva ha avuto la meglio sull’ex ministro Esteri spagnolo ed ex inviato Ue per il Medio Oriente, dopo una lunga corsa che aveva già visto il ritiro degli altri quattro candidati, Franz Fischler (Austria), Indroyono Soesilo (Indonesia), Mohammad Saeid Noori Naeini (Iran) e Abdul Latif Rashid (Iraq).
Nel suo primo discorso rivolto all'assemblea dei Paesi votanti della Fao, il neo eletto ha definito la votazione un esercizio democratico, e non uno scontro tra Nord e Sud; tanti i ringraziamenti, soprattutto per il presidente brasiliano Dilma Rousseff e l'ex presidente Lula, grandi sostenitori della sua candidatura a livello internazionale, ma anche per il blocco elettorale latino americano, africano e dei Paesi non allineati che ha favorito la sua vittoria.
Parole di gratitudine anche per gli altri Europei schierati a favore di Moratinos, a cui da Silva ha chiesto aiuto e collaborazione, perché “per sconfiggere la fame nel mondo serve il sostegno di tutti.
Simona Peluso