Non c'è ancora l'intesa sui Decreti correttivi per il riordino delle carriere. Il 20 novembre nuova
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ROMA, 16 NOVEMBRE - Parlare del Primo Luogotenente Fico Pasquale (rigorosamente prima il cognome e poi il nome come usiamo presentarci noi militari, anteponendo il grado) è per me non solo motivo di orgoglio ma anche di grande e forte emozione perché con lui ho condiviso lo stesso giorno di arruolamento (era il 10/01/1980) e sette mesi di intensa attività militare: addestramento formale, lezioni in aula, esercitazioni, servizi di guardia e quant’altro accomunava la vita quotidiana di noi giovanissimi militari, mesi trascorsi a stretto contatto di gomito presso l’allora Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo (oggi Scuola Allievi Marescialli). Poi le strade, come spesso accade, si separano e ognuno insegue i propri obiettivi ed i propri sogni ma una cosa è rimasta immutata, la stima e la fraterna amicizia che lega sempre e comunque chi la divisa la indossa come una seconda pelle.
Ma torniamo a Fico Pasquale, carrista pluridecorato (il suo medagliere stenta a stare in posizione rigida sulla giacca grigio-verde) e Delegato Cocer Interforze (Consiglio Centrale di Rappresentanza per il personale militare), eletto per diversi mandati vista la sua energica e riconosciuta passione che mette in campo in ogni occasione “sindacale” e che lo vede sempre in prima linea quando c’è da battagliare per i diritti delle categorie più fragili e più bistrattate…”i Graduati di Truppa” ed i “Sottufficiali”, categorie che sono state spesso relegate ai margini dell’interesse politico come se fossero condannate a rimanere per sempre figli di un Dio minore. Una battaglia condotta sempre con la schiena dritta che spesso lo ha portato anche a fare lo sciopero della fame, l’ultimo in ordine di tempo è quello del marzo 2019 che gli ha fatto perdere tanti chili, al punto che è stato costretto ad un ricovero urgente presso l’Ospedale Militare del Celio in Roma per scongiurare il peggio. “Ho iniziato uno sciopero della fame –ha detto Fico- per i seguenti motivi: assenza di fondi necessari per finanziare i decreti correttivi delle carriere dei Sottufficiali delle Forze Armate, assenza di risorse per il rinnovo del contratto economico/normativo per il personale contrattualizzato, nessuna risorsa stanziata per il personale impiegato nell’Operazione Strade Sicure e per chiedere che venga fatta una vera legge sul Sindacato Militare”; e pensare che lo sciopero lo aveva anche sospeso, quando aveva ricevuto assicurazioni dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che gli aveva promesso i 200 milioni di euro necessari per il riordino delle carriere. Il presidente del Consiglio, però, non ha mantenuto la promessa ed il Delegato Cocer ha ripreso lo sciopero sbuffando: "Stufi delle parole, ciò che è accaduto è gravissimo".
Dopo tanti tira e molla ed incontri di facciata, dovuti anche alle altalenanti sorti dei vari Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni (ma tutti, comunque, sulla stessa lunghezza d’onda quando si tratta di “disattendere” i diritti dei militari!), un nuovo incontro è programmato per giorno 20 novembre 2019 alle ore 09.00 per discutere nuovamente sulla “chiusura dei decreti correttivi A.G. 118 per le forze Armate: Esercito, Marina ed Aeronautica e A.G. 119 per le Forze di Polizia: Polizia di Stato Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria. In proposito, il Delegato Cocer Fico Pasquale, ha così postato un messaggio sul suo profilo facebok: “Signor Ministro Guerini, circolano voci strane su nuove fughe in avanti delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare creando ulteriori sperequazioni a danno del personale delle Forze Armate, il tutto con la complicità di una classe politica distratta. Signor Ministro della Difesa, prima dell’incontro con il Cocer verifichi con i Capi di Stato Maggiore della Difesa, dell’Esercito e dell’Aeronautica e con i Comandanti Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che ciò non sia vero” E’ cosi che Pasquale Fico, come un nuovo Don Chisciotte della Mancia, va ancora all’attacco sperando di fermare, una volta per tutte, le pale di un mulino che non vuole assolutamente saperne di fermarsi.
Pasquale Rosaci