Calcioscommesse: indagati in allarme dopo controllo Carabinieri
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CATANZARO, 21 MAGGIO 2015 - I protagonisti del calcioscommesse gestito da due gruppi criminali in Lega pro e Lega Dilettanti temevano di essere controllati dalle forze dell'ordine. E' quanto emerge da alcune intercettazioni eseguite a carico di alcuni degli indagati dalla Polizia, su disposizione della Dda di Catanzaro che coordina l'operazione "Dirty Soccer" sfociata nel fermo di 50 persone e all'emissione di avvisi di garanzia per altri 70. L'episodio ricostruito dagli inquirenti risale alla partita fra il Pro Patria e il Pavia, vinta nel gennaio scorso dagli ospiti per tre reti a due. [MORE]
La vigilia della gara truccata era stata guastata dall'irruzione dei Carabinieri in un albergo del Varesotto in cui soggiornavano alcuni dei complici. A dare l'allarme uno degli indagati, Massimiliano Carluccio, "socio occulto e dirigente di fatto del Pro Patria". Il dato emerge da una telefonata a Raffaele Pietanza, uno degli "investitori" saliti dalla Puglia per la "combine" il quale riferisce di un controllo a opera degli uomini dell'Arma a suo carico e di altri complici, i cui documenti erano stati verificati perche' pregiudicati. Un controllo di routine che pero' mise sul chi va la' l'organizzazione. Pietanza tento' di tranquillizzare l'interlocutore, parlandogli di "semoplici controlli a quelli che non sono registrati".
La voce si era comunque diffusa tra gli indagati e uno di loro, Alberto Scarna', calabrese di Cosenza, telefono' al conterraneo Fabio Di Lauro, di Paola (Cs), informandolo dell'accaduto. Tra i due ci furono diversi contatti telefonici intercattati, dalle cui trascrizioni traspare tutta la loro agitazione. E' Scarna', come si evince dalle intercettazioni, a parlare dell'accaduto dicendo che un controllo del genere non era imputabile al puro caso: "quando vengono cosi' e chiedono i documenti vedi che c'e' qualcosa". A essere controllati, come si evince dal rapporto della stazione dell'Arma riportata nell'ordinza di fermo, furono Raffaele Pietanza, Gimmi Annis, Marcello Sollazzo e Ala Timosenco, tutti riuniti in un albergo della provincia di Varese.
Organizzazione comprava anche patenti
(AGI) - Catanzaro, 21 mag. - C'e' anche un caso di corruzione di un funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli, ai fini dell'ottenimento di una patente di guida nelle ore 1.200 pagine dell'inchiesta "Dirty Soccer" della Dda di Catanzaro. Un permesso di guida comprato dietro compenso di 2.650 euro intascati dal funzionario al momento non identificato. A beneficiarne fu Andrea Ulizio, figlio di Mauro, ex dg del Monza nonche' "socio occulto", secondo gli inquirenti, del Pro Patria. Intermediari dell'operazione, secondo quanto ricostruito, sarebbero stati Gianni e Bruno Califano, rispettivamente figlio e padre, entrambi fermati. L'episodio si sarebbe verificato negli ultimi giorni dello scorso anno. L'operazione si concluse con esito positivo. Andrea Ulizio supero' l'esame il 30 dicembre 2014 e ne diede notizia al padre spiegandogli di aver sostenuto brillantemente la prova "con zero errori, tanto - annotano i magistrati - da far rimanere stupito anche lo stesso genitore". ((Agi)