Calcio, Mihajlovic shock: "Devo lottare contro la leucemia”
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BOLOGNA, 13 luglio – Non è stata una semplice influenza, quella che aveva colpito l’allenatore serbo del Bologna, Sinisa Mihajlovic, 50 anni, nei giorni passati, ad impossibilitare la presenza del c.t durante il raduno pre-campionato del club rosso-blu.
In una conferenza stampa, indetta proprio da Mihajlovic, appena conclusasi, l’allenatore serbo, personalmente e con grande commozione, ha annunciato il motivo che lo ha costretto a fermarsi, un motivo legato ad una diagnosi di leucemia acuta: “Affronto la malattia a testa alta e sono sicuro di vincerla. Giocherò come ho sempre fatto per vincere. È stata una bella botta, ma sono pronto". Queste le parole del tecnico, tra le difficili lacrime da trattenere – aggiunge - “Ho chiesto riservatezza a tutti voi, volevo essere il primo a dare la notizia. Ho fatto diversi esami e abbiamo scoperto delle anomalie: vi dico tutto per essere chiaro, voi rispettate la mia privacy. Non sono partito per il ritiro perché avevo la febbre e dovevo farlo credere a mia moglie. Ho fatto ulteriori esami alle 3 e alle 9 ho scoperto i risultati: ho la leucemia. Ho preso una bella botta e sono stato due giorni chiuso in camera a riflettere e piangere. Affronto la malattia a testa alta, la malattia è aggressiva ma la vincerò. Giocherò per vincere, non per perdere: dobbiamo fare gol e non prenderli. Questa sfida la vincerò, la vincerò per me, per mia moglie, per la mia famiglia e per tutti quelli che mi vogliono bene che sono parecchi. Io stavo bene e ho ricevuto 500-600 messaggi e chiamate: voglio chiedere scusa a tutti quelli a cui non ho risposto, volevo stare con me stesso. Ora affronto con serenità e coraggio questa sfida. Voglio ringraziare tutto il Bologna, dal presidente al magazziniere: ho detto ai giocatori che questa sfida la vinco, ma ho bisogno di aiuto. Ho pianto molto per i messaggi, ma non devo fare pena a nessuno: io non faccio pena a nessuno. Mi sono emozionato. Il 28 febbraio ho fatto gli esami ed erano tutti normali, fino a maggio mi sono allenato. Non avevo nessun sintomo. Se non avessimo fatto ulteriori esami sarebbe andato avanti tutto come prima. La prevenzione è importante. Non dobbiamo pensare di essere invincibili. È stata una botta tremenda e ora la speranza è quella di averla scoperta in tempo. Devo combattere la malattia perché non è solo un incubo. State sereni che questa la vinco come vinco sempre e dopo averla vinta sarò un uomo più maturo. Nella vita nessuno mi ha mai regalato nulla”.
Una forma di leucemia acuta che ha colpito il serbo e che necessita di una terapia d’urto ed immediata. Seconda stagione per Sinisa, alla guida tecnica del Bologna, dopo il campionato 2008/09, il ritorno quest’anno, il 29 gennaio, dopo l’esonero di Filippo Inzaghi, ha conquistato la salvezza con una giornata d’anticipo, dopo un girone d’andata disastroso.
Tutto il mondo del calcio e non solo, in queste ore si sta stringendo vicino a Mihajlovic, la società del Bologna, per prima, con le parole del Dirigente Walter Sabatini: "Il mister ha avuto molto coraggio per parlare della sua situazione di salute. Noi gli siamo vicini, tutta la società è con lui. È il nostro conduttore e gli vogliamo bene: sconfiggerà questa malattia. Noi andremo avanti con lui, l'allenatore del Bologna sarà Sinisa. Non è una cosa umanitaria, ma una questione tecnica: è il migliore anche non al 100%". Arrivano, come un lampo, le parole dell’amico e c.t della Nazionale, Roberto Mancini: "Sei troppo forte: questo ti fa un baffo e poi dobbiamo giocare a padel". I due hanno condiviso uno scudetto da giocatori, nella Lazio nel campionato 1999/00 e due, come allenatore il “Mancio” e suo vice il serbo, nell’Inter tra il 2006 e il 2008. Forza Sinisa.
Laura Fantini
fonte immagine stadionews.it