Cala il sipario sul Sinodo dei Vescovi sulla famiglia
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18 OTTOBRE 2014 - Terminerà questa domenica con la celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. I 253 partecipanti al sinodo e, tra essi, 14 coppie di sposi, hanno sviluppato tematiche molto importanti inerenti la famiglia stessa e le sfide pastorali che la riguardano.
Questo evento di grazia è iniziato il 5 ottobre scorso sotto il monito del pontefice ai padri sinodali con queste parole: “Anche noi, nel Sinodo dei Vescovi, - ha detto - siamo chiamati a lavorare per la vigna del Signore. Le Assemblee sinodali non servono per discutere idee belle e originali, o per vedere chi è più intelligente… Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popolo. In questo caso, il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”.
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I padri sinodali hanno sviluppato tutte le questioni in programma analizzandole in lungo e in largo, parlandone con quella serenità e libertà che aveva chiesto loro lo stesso pontefice. Una cosa è certa: il documento finale che sarà consegnato al Papa non porterà nessuna decisione o dichiarazione. Il testo del documento sarà inviato a tutte le chiese alle quali si chiederà di visionarlo e di mandare il proprio contributo che sarà riassunto in un altro testo che sarà oggetto di esame e di discussione nel sinodo ordinario dei vescovi del 2015.
Possiamo dire che questa Assemblea straordinaria ha portato in tutti tante attese, da una parte portati avanti dai giornali che gonfiano pensieri e parole ma, dovute anche, ad affermazioni frutto di imprudenze. Verità e prudenza sono una cosa sola. Dire una verità senza prudenza è sommamente deleterio. È quanto sta succedendo oggi: prima si creano false illusioni e poi viene chiesto di avallare queste false illusioni rinnegando il Vangelo ed anche la sana teologia e il deposito della fede. Tanti aspettano una parola a proprio favore come se, il Sinodo debba permettere ad ogni costo tutto, aldilà del vangelo, aldilà degli insegnamenti della Chiesa.
Il problema più grave oggi per restare il alcuni argomenti trattati, non è chi debba ricevere cosa ma è la famiglia in se stessa che risulta essere in forte crisi. Bisogna ripartire dalla base, cioè dalla necessità di formare le famiglie all’origine, prima del loro nascere e costituirsi tale. Oggi tutti si sposano in Chiesa ma non si sposa più in Chiesa il Cristiano, cioè, il cristiano battezzato, cresimato, che vive un cammino di fede, fatto di sacramenti e di annuncio e ricordo del vangelo.
Tutta l’azione pastorale, ogni sforzo, ogni sacrificio, ogni attività e preghiera deve mirare a formare delle unioni sante e forti, stabili e durature. Oggi il matrimonio in Chiesa rientra tra le coreografie dei “wedding planner” che ti insegnano la giusta posa, il fiore giusto che si abbina con l’abito della sposa e dello sposo, l’abito delle damigelle e dei genitori e offrono il fazzolettino alla sposa che al momento giusto sa quando far scendere la lacrima. Tutto diventa importante, impeccabile tranne il sacramento.
Allora, ci vuole coraggio. Ci vuole coraggio a dire dei giusti no e dei buoni si. Ci vuole coraggio a restare nella verità e difenderla sempre.
Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it