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Buongiorno Piccerè, ritratto amaro di una famiglia moderna in scena a Napoli

Nicoletta de Vita
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Buongiorno Piccerè, ritratto amaro di una famiglia moderna in scena a Napoli
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 NAPOLI, 10 FEBBRAIO 2015- Occhi bassi, sguardi sugli smartphone o pc, niente sorrisi o gesti d'affetto. Così inizia la commedia in due atti “Buongiorno Piccerè” opera scritta da Pasquale Scognamiglio e Paolo Marsico portata in scena lo scorso weekend al Teatro Centro Ester di Napoli: al centro dello spettacolo i problemi di una famiglia come tante, un nucleo familiare ormai allo sbando a causa dell'egoismo e dell'indifferenza di questi anni. Claudio e Anna sono sposati e genitori di tre ragazze ma ognuno vive la sua vita in completa solitudine, ognuno ha preso una strada e i componenti di questa famiglia si riuniscono insieme soltanto la domenica a tavola, senza proferire parola, se non per litigare.

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E così a sconvolgere la routine della famiglia Nastasi arriva il fratello di Claudio, lo zio più grande ma ancora single che ha vissuto per anni a nord. Questo personaggio, insieme a quello dell'amico immaginario della piccola di casa, Romina, rappresenta il fulcro e anche la soluzione ai problemi di questa famiglia: poiché soltanto lui riesce a far dialogare finalmente i genitori con le proprie figlie e a ricostruire quell'affetto che da tempo mancava.


Lo zio interpretato da Pasquale Scognamiglio, regista e sceneggiatore di Buongiorno Piccerè, riesce a smuovere le coscienze ormai addormentate di Claudio ed Anna, ormai sposati soltanto sulla carta e con entrambi degli amanti, riportando una serenità ed un semplice dialogo familiare.
Una commedia in due atti di una durata davvero straordinaria: due ore e mezza di riflessioni, sorrisi e tanti skech proposti in scena dalla compagnia “Bella mbriana”, un ritratto di una famiglia di oggi: cinque persone riunite sotto lo stesso tetto con una vita oltre che diversa, soprattutto con apparentemente nessun tratto in comune.


La piccola di casa, avvolta dai problemi dei genitori e delle sorelle, parla soltanto con il suo amico immaginario mentre con gli altri fa finta di essere muta. All'arrivo dello zio Francesco, la piccola Romina capisce che è arrivato il momento di confidarsi con qualcuno ed in lui trova un alleato pronto a ricostruire l'equilibrio famigliare di un tempo. Il finale porta con sé una scelta coraggiosa da parte del protagonista ma ristabilisce l'amore e l'affiatamento di una famiglia che con il tempo non è riuscita a guardarsi nello specchio e che ora preferisce guardare il viso di un padre o di una sorella piuttosto che l'obbiettivo di uno smartphone.

Nicoletta de Vita

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Scritto da Nicoletta de Vita

Giornalista di InfoOggi

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