Bullismo: Giuseppe Maritato è un problema di stili educativi
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Riceviamo e pubblichiamo
I primi fenomeni di bullismo si possono cogliere già dalla scuola materna. In contesti di disagio può essere più evidente: ma da un punto di vista socio-economico è un fenomeno trasversale. In Italia, dove il bullismo è studiato solo da dieci anni, non esiste mai un’associazione significativa tra lo status socio-economico e il comportamento prepotente.[MORE]
Perché il bullismo è un problema di stili educativi. Anche nelle famiglie abbienti possono essere presenti stili educativi che portano a imparare che la violenza può essere uno strumento utile per ottenere ciò che si vuole.
Esser troppo permissivi, o troppo autoritari nell’imposizione della regola vuol dire fornire modelli sbagliati della norma che poi vengono riapplicati nel contesto della classe. Senza poi dimenticare le dinamiche del gruppo di cui abbiamo già parlato, che interagiscono con i fattori individuali – il bambino prepotente capace di comprendere le dinamiche ma meno empatico, più interessato ad acquisire potere. È l’insieme di questi fattori che definisce il fenomeno del bullismo.
Gli interventi richiedono almeno due anni di attuazione, con interventi sistematici che vadano a incidere sul contesto, coinvolgendo il più possibile la famiglia oltre alla scuola. In genere si riesce a recuperare il 10%. Il nuovo programma di intervento, applicato in Finlandia, focalizzato sul gruppo e sui “difensori” è molto promettente: nei dati preliminari è stata riscontrata una diminuzione del fenomeno del 45%.
Può capitare soprattutto nel caso di bambini che hanno una forma di aggressività “reattiva” combinata con la vittimizzazione. Ci sono i cosiddetti “bulli-vittima” che sono prevaricati e a loro volta prevaricano.
Quello che compare in questi anni è un fenomeno nuovo. Assistiamo a delle forme cosiddette di “insider bullismo” cioè di bullismo in formato elettronico. Di fatto web e nuove tecnologie offrono un palcoscenico che consente al prepotente di trovare degli spettatori e di percepirsi come un leader. Appagano senso di potere e visibilità: quindi in un certo senso è vero che le nuove tecnologie possono diventare elementi che aumentano il fenomeno.
Se ci focalizziamo sull’informazione, bisogna stare attenti, nel momento in cui si verificano episodi di bullismo, a evitare di presentarli come fenomeni “trendy”. Il rischio è quello dell’emulazione.
È un fenomeno trasversale. Nel caso delle bambine la prevaricazione è più “indiretta”, giocata attraverso il diffondere delle voci o la lesione delle dinamiche di amicizia. Azioni apparentemente meno violente ma non meno dannose a livello psicologico
Giuseppe Maritato: - Presidente Promo&Form