Brescia, negati bus, asilo e mensa ai bambini rom e sinti
Cronaca Lombardia

Brescia, negati bus, asilo e mensa ai bambini rom e sinti

giovedì 20 settembre, 2012

BRESCIA, 20 SETTEMBRE 2012 - Il comune di Brescia, a fronte di una morosità da circa 75mila euro per servizi non pagati negli ultimi 5 anni, ha deciso di negae i servizi scuolabus, scuola materna e mensa a una novantina di bambini sinti e rom che vivono nei due campi nomadi della città. La decisione dell’amministrazione è arrivata dopo la constatazione.

Tutto ciò, ha determinato la mobilitazione delle associazioni che si occupano di integrazione (Opera Nomadi, Fondazione Guido Piccini per i Diritti dell’Uomo Onlus), congiuntamente alla reazione delle opposizioni consiliari (Sel e Idv) e dei sindacati, tra cui il segretario cittadino di Sel, Mirko Lombardi, il quale ha affermato, “Lo scuolabus non è arrivato ed allora insieme a loro ho fatto il tragitto di strada, sul ciglio della tangenziale di San Polo, che porta alle rispettive scuole. Le macchine, moltissime per l’ora di punta, ed i camion in piena velocità ti sfiorano, non c’è nemmeno la corsia di emergenza né un po’ di banchina transitabile a piedi, sei proprio sulla sede stradale ed il pericolo è grandissimo”. Il consigliere di Sel ha proseguito sottolineando che, “Il rischio di quel tragitto è altissimo. Mi sono vergognato di essere cittadino di una Brescia che non conosco più. Una Brescia quella di Paroli e Rolfi che se la prende sempre con i più deboli ed in particolare con i bambini. I bambini hanno diritti che prescindono dalle responsabilità dei genitori, la società esiste per questo, per garantire quei diritti senza se e senza ma”. [MORE]

Per Lombardi, “Ne va della futuro civile e culturale dei piccoli che devono sentire la scuola come il luogo dell’incontro, della crescita e della conoscenza e non come un luogo nel quale sono discriminati per provenienza. Questo è invece il risultato della maledetta sospensione del servizio di scuolabus fatta dal sindaco e dal vicesindaco, con una cattiveria politica e sociale che non trova giustificazione nemmeno nel ritardo dei pagamenti del servizio”.

Allo stesso tempo, come specifica una nota della Cgil, “Essendo indigenti, così come molte altre famiglie bresciane, avrebbero diritto ad un trattamento conseguente. La negazioni della parità di trattamento rispetto ad altre famiglie che, essendo nella stessa situazione, ricevono i sostegni economici previsti, conferma la volontà reiterata di discriminazione razziale nei confronti delle popolazioni Rom e Sinti, colpendo in modo particolare i minori”.

Oltre a ciò, lunedì mattina i bimbi più piccoli dei campi nomadi, sono stati rimandati a casa perché le scuole materne comunali hanno rifiutato l’ingresso, giustificando la loro decisione con il fatto che la materna non è una scuola dell’obbligo. A quelli più grandi, non potendo impedire loro l'accesso a scuola, l’amministrazione comunale ha negato il servizio di refezione scolastica.

“A Brescia ci sono centinaia di bambini che vanno a scuola a piedi, in bici o organizzati con il Pedibus: non vedo perché loro non possano fare altrettanto. Esiste un piano di rientro dalle morosità al quale anche i rom e i sinti potrebbero partecipare: io resto dell’idea che la loro sia una morosità volontaria decisamente non più tollerabile”, così a liquidato la vicenda il vicesindaco e assessore alla sicurezza Fabio Rolfi (Lega Nord).

Infine, parole di disapprovazione anche da parte dalla camera del lavoro di Brescia, “Chi pretende di educare le nuove generazioni a suon di proclami e atti discriminatori dimostra di appartenere a quella schiera di populisti istigatori di conflitti sociali e di odio razziale. Gli stessi dovrebbero spiegare alla città, a fronte dei presunti 75 mila euro di debito delle 60 famiglie maturati su più anni, i circa 550 mila euro sperperati in 8 mesi senza controlli e verifiche per una mostra cittadina“.

(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Rosy Merola


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