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VARESE, 3 GENNAIO - La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti sul caso delle microspie in casa e nell'ufficio romani di Umberto Bossi. Per il momento, nel fascicolo sono indicate le dichiarazioni fatte da Bossi a Ponte di Legno, conversando con alcuni giornalisti.
Bossi ha spiegato che «un paio di mesi fa» la sua segretaria al ministero si è insospettita perché «troppa gente sapeva quello che avevo detto solo a lei». Così sono stati fatti dei controlli «e hanno trovato una cimice nel mio ufficio al ministero e diverse nella mia casa di Roma».[MORE]
Il Senatùr ha detto di non aver presentato denuncia ma i magistrati capitolini ora hanno aperto un fascicolo, contro ignoti proprio sulla base delle dichiarazioni fatte da Bossi. I reati ipotizzati sono quelli previsti dagli articoli 617 e 617 bis del codice penale: ossia «cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche», il primo, e «installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche», il secondo.
PETARDI SEDE LEGA NORD - Sarà scarcerato il giovane fermato con l'accusa di aver lanciato petardi contro la sede della Lega Nord, a Gemonio (Varese), tra il 28 e 29 dicembre. Il Gip non ha convalidato il fermo effettuato dalla polizia, dopo l'esplosione a poche decine di metri da casa di Bossi.
Per il Gip, il materiale sequestrato non sarebbe di natura tale da giustificare il fermo.Il giudice sarebbe intenzionato a segnalare la necessità di aggravare l'ipotesi di reato ad "attentato ai diritti politici del cittadino". Per i petardi denunciati anche un 26enne e un 29enne.