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ROMA, 3 GENNAIO - Nel Vecchio continente scivola il settore tecnologico, che cede il 3,4%. Sul fronte valutario l'euro è in lieve calo sul dollaro a 1,1368 a Londra. L'indice d'area stoxx 600 è in calo dello 0,8%. In terreno negativo Francoforte (-1,2%), Parigi (-1,1%), Milano (-0,7%), Londra (-0,5%) e Madrid (-0,3%).
Tra le cause di maggior rilevanza della flessione delle Borse europee si evidenzia il taglio delle stime trimestrali da parte di Apple. La decisione del colosso tecnologico di Cupertino arriva dopo il rallentamento della crescita in Cina: il taglio rivede al ribasso le stime per il primo trimestre dell'esercizio fiscale, chiuso il 29 dicembre - il trimestre delle festività di Natale, uno dei più importanti per Apple. I ricavi stimati di 84 miliardi di dollari sono ben al di sotto dei 91 miliardi attesi dagli analisti e degli 89-93 miliardi stimati in precedenza dalla società. La reazione in Borsa è stata immediata, con il titolo che è arrivato a perdere oltre l'8%. A soffrire sono anche i principali fornitori europei di Apple, con il crollo della società svizzera Ams (-17%), Stm (-9,5%) a Piazza Affari, e a Francoforte Dialog Semiconductor (-9,1%). A ribasso anche Infineon e Iqe (-5%).
Come detto , la società di Cupertino identifica tra le cause la debolezza economica della Cina e il conseguente rallentamento delle vendite di iPhone nel paese. In una lettera agli investitori diffusa dopo la chiusura di Wall Street, il CEO Apple Tim Cook ha parlato di un impatto ''significativamente maggiore'' alle attese della debolezza di alcune economie emergenti, soprattutto quella cinese, spiegando che l'economia del Dragone ha iniziato a rallentare nella seconda metà dello scorso anno. Inoltre, le tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina hanno ulteriormente contribuito ad aggravare le pressioni negative sull'economia cinese. Cook ha cercato comunque di rassicurare gli investitori: ''nonostante le difficoltà riteniamo che le nostre attività in Cina abbiano un futuro brillante''.
A Piazza Affari giornata negativa anche per il lusso - con Moncler (-3,2%) e Ferragamo (-2,3%) – e per il comparto dell'auto, dove scivolano Pirelli (-2,7%), Fca (-1,9%) e Ferrari (-1,8%).
Federico Ferro
fonte immagine trend-online.com