Bologna, una mostra fotografica dedicata ai Nirvana [FOTOGALLERY]
Cultura e Spettacolo Emilia Romagna

Bologna, una mostra fotografica dedicata ai Nirvana [FOTOGALLERY]

sabato 14 dicembre, 2013

BOLOGNA, 14 DICEMBRE 2013 - S’intitola “Punk to the people” la prima mostra fotografica interamente dedicata ai Nirvana, presso la Galleria Ono Arte Contemporanea, in Via Santa Margherita 10, dal 12 Dicembre al 31 Gennaio 2014 con ingresso gratuito.

Infatti la Galleria Ono è “uno spazio commerciale - afferma Vittoria una delle organizzatrici delle mostra - con l’intento di creare un collezionismo fotografico che in Italia è del tutto nuovo, oltre comunque a vendere vinili, libri e molto altro. Ci occupiamo di tematiche socio-culturali riguardanti la seconda metà degli anni 90 - prosegue Vittoria - stiamo cercando di creare un percorso: dalla nascita del Punk sino al Grunge che è uno degli ultimi movimenti musicali che ha segnato una generazione intera”.

La Galleria Ono Arte Contemporanea cerca di scandire il percorso, artistico e non, della band attraverso 60 fotografie, fatte dai fotografi che hanno contribuito, in quegli anni, a immortalare concerti, backstage e momenti di vita privata. Circa 50 foto hanno come autore Charles Peterson uno dei più importanti fotografi musicali americani. Peterson seguì i Nirvana sin dall’inizio. Una delle foto che più risalta all’occhio è quella dove Cobain è immortalato mentre tentava una capriola sul palco per poi andare a franare sulla batteria, sotto gli occhi divertiti del bassista Krist Noveselic.[MORE]

Foto, quelle di Peterson, che focalizzano oltre ai Nirvana anche il pubblico: sguardi colmi di stupore, urla incessanti e pose che rappresentano un’intera epoca. Più soporifere e artistiche le foto del beckstage di “Nevermind” (l’album più famoso) che ritraggono i componenti del gruppo sott’acqua e ai bordi di una piscina. La mostra rivisita e omaggia a suo modo anche Bologna, con tre storici documenti del concerto dei Nirvana al Cryptonite di Baricella, il 20 Novembre 1991.

C’è anche una foto famigliare nella mostra, scattata da Kevin Mazur (paparazzo più che fotografo artistico) dove Cobain e Curtney Love (compagna di Kurt) tengono per mano la figlia Frances Bean. Una foto simbolo che racchiude, a suo modo, la fine del frontman dei Nirvana. Infatti la morte di quest’ultimo sarebbe riconducibile, per molti, al rapporto con la moglie, che è stata colei che ha ereditato l’intero patrimonio del marito e, per questo, rea di aver ingaggiato un killer per uccidere il fondatore della band di Seattle. Come in tutte le morti delle rockstar anche quella di Cobain rimane e rimarrà intrinseca di mistero.

Un suicidio, quello di Kurt Cobain, che è stato dato per scontato dato l’enorme quantità di eroina che Cobain era solito assumere, specialmente nei suoi ultimi giorni: il film Di Gus Van Sant, “Last Days” appunto, descrive tutto il malessere e la sofferenza che il poeta Kurt ha dentro e che cerca di alleviare con l’eroina. Basti pensare all’overdose che, due giorni prima della sua morte, fece saltare il concerto attesissimo a Roma. Una vita dedicata alla musica, tra poesie e accordi, quelli veri, fatti con la sua chitarra e non quelli dannati, fatti con la morte. Verrà per sempre ricordato come la “ voce” della generazione X, quella generazione che, tutt’oggi, ha vive nella mente le urla di “Smells like teen spirit”.

Dario Clemente


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