Bocciata la delibera per costruire una grande moschea al Lagaccio: l'Italia dei Valori dice no
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GENOVA, 21 MARZO 2012- E' stata bocciata ieri sera in Consiglio Comunale, a Genova, la delibera che prevedeva la costruzione di una grande Moschea, con annesso centro culturale, nel popolare ed emarginato quartiere del Lagaccio, alle spalle del maggior scalo ferroviario cittadino, quello di Piazza Principe. Gli abitanti del popolare quartiere da sempre vedevano il progetto come il fumo negli occhi, supportati politicamente da Pdl e Lega Nord che, in Comune, nel capoluogo ligure siedono sui banchi dell'opposizione.
La Sindaco uscente, che non verrà ripresentata, Marta Vincenzi, del Partito Democratico, da sempre insiste perché in Via Bartolomeo Bianco venga edificato il luogo di culto islamico. La Vincenzi, con la sua pervicacia in materia, giorno dopo giorno si è alienata le simpatie dei consiglieri dell'Italia dei Valori, partito che pur riconoscendo il diritto dei musulmani del Genovesato a dotarsi di un luogo di culto non lo vuole al Lagaccio ma vorrebbe farlo sorgere colà dove sempre è stato ai tempi della gloriosa Repubblica di San Giorgio e cioè nell'area portuale.
Il Partito democratico è il grande sconfitto dell'ennesima, ed a questo punto ultima, brutta figura dell'amministrazione Vincenzi: lunedì scorso aveva rassicurato l'Imam cittadino Salah Husein sul fatto che prima di concludere la legislatura in Consiglio Comunale sarebbe stata approvata la variante urbanistica che avrebbe permesso l'edificazione di una moschea al Lagaccio e poi, ieri, è stato costretto a ritirare la medesima delibera a seguito dell'opposizione dell'Italia dei Valori il cui segretario regionale Giovanni Paladini da sempre ha sostenuto l'opposizione del suo movimento politico al progetto- moschea in un'area disagiata, e senza servizi sociali per i residenti, come è il quartiere del Lagaccio.[MORE]
Ora però l'Imam, probabilmente spalleggiato dal Consiglio Islamico, intende forzare la mano e procedere spedito alla costruzione di una moschea negli immobili di sua proprietà in Via Coronata nel quartiere ponentino di Cornigliano, uno dei rioni con i maggiori problemi sociali della città, più ancora del Lagaccio se possibile. A Cornigliano i residenti, opportunamente sensibilizzati dai militanti della Lega Nord, sono già pronti ad alzare le barricate.
" Via Coronata è una stradina angusta, non permette neppure il transito contemporaneo di due automezzi, ci chiediamo come potrà sopportare i grandi volumi di traffico che una struttura del genere richiamerà. Qui a Cornigliano, dopo la chiusura delle acciaierie, la disoccupazione ha picchiato duro, come se non bastasse abbiamo accampamenti di nomadi emarginati sotto i ponti e nel greto del Torrente Polcevera che ci separa dal rione di Sampierdarena; non intendiamo cedere alle prepotenze dei musulmani. Innalzeremo le barricate!" affermano i più esagitati tra gli abitanti del rione, noto tra l'altro per il fatto che un anno fa il parroco della Chiesa di Sant'Ambrogio, che sorge a due passi dalla strada centrale, aveva diffidato i nomadi romeni dal bivaccare ed elemosinare sul sagrato. Ogni decisione sulla localizzazione del luogo di culto islamico, quindi, ora è stata rimandata alla prossima Amministrazione. Il candidato della sinistra Doria ha già fatto sapere di essere disponibile a riconoscere ai musulmani il diritto ad edificare una grande moschea ma sembra che pure lui prediliga una soluzione portuale.
La Lega ed il suo candidato Sindaco Edoardo Rixi, ovviamente, non sono disposti a concedere loro alcunché. Sconosciute le posizioni dei due candidati moderati, Vinai del Pdl e l'indipendente Musso. A Maggio i genovesi dovranno scegliere il loro nuovo Sindaco e c'è il pericolo che il caso moschea rischi di consegnare, per la prima volta nella sua storia recente, l'amministrazione della città alla destra.
Sergio Bagnoli