Birmania, Rakhine: militanti armati contro la polizia. Almeno 32 morti
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SITTWE (BIRMANIA), 25 AGOSTO - Nello stato di Rakhine, nel distretto di Maung Taw, 32 persone sono decedute, la notte scorsa, a seguito di uno scontro tra militanti armati e polizia.[MORE]
Secondo la ricostruzione dei fatti, il gruppo armato ha posto in essere una serie di attacchi contro 24 postazioni di polizia, nonché, nei pressi di una caserma dell'esercito. L’offensiva ha avuto luogo dopo la mezzanotte, in una zona in cui convivono buddisti e musulmani dell'etnia Rohingya. Le autorità, in un comunicato, hanno indicato i “militanti bengalesi”, Rohingya, come gli artefici degli scontri. Gli assalitori hanno avviato gli attacchi con fucili automatici e lunghe armi da taglio.
L’etnia Rohingya è oltremodo discriminata. A causa di alcune leggi, la popolazione subisce limitazioni personali e sociali rilevanti: la legge del 1982, sulla concessione della cittadinanza, proibisce di ottenere la cittadinanza birmana, inoltre non è consentito loro di viaggiare senza un permesso ufficiale, di possedere terreni. Secondo un rapporto stilato da Amnesty International nel 2004, “I Rohingya sono stati costretti a lavorare senza paga da parte dell'esercito birmano su progetti infrastrutturali ed economici, spesso in condizioni difficili. Molte altre violazioni dei diritti umani sono state commesse dalle forze di sicurezza riguardo al lavoro forzato di civili”. Nel corso degli anni, migliaia sono fuggiti in Thailandia, tuttavia nel 2011, il nuovo governo della Birmania ha acconsentito ad un ritorno dei membri dell’etnia nei confini Stato. Tuttavia, le discriminazioni e le violenze contro la minoranza sono lungi dal terminare. Nel 2014, il governo ha vietato la parola Rohingya, sostituita dall’appellativo “bengalesi”.
Immagine da: imolaoggi.it
Caterina Apicella