Birmania, Lnd ha maggioranza ma la legge non permette elezione di Aung San Suu Kyi
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NAYPYIDAW, 13 NOVEMBRE, 2015 - La Lega nazionale per la democrazia (Lnd) durante le elezioni dell'otto novembre, dove hanno votato oltre 35 milioni di persone, ha ottenuto la maggioranza parlamentare ma, per via di una legge costituzionale, la leader Aung San Suu Kyi, non potrà essere eletta presidente.[MORE]
LE ELEZIONI, LA COSTITUZIONE E IL FRONTE MILITARE
I voti delle elezioni birmane, che sembrano aver consacrato il partito di Suu Kyi, sono stati scrutinati per il 94,8% e l'Lnd, attualmente, detiene il 67% di favore. Con tale percentuale vincente, Lnd, avrà la maggioranza sia alla Camera bassa, Pyithu Hluttaw, con 238 seggi su 440 (di cui 110 militari), che alla Camera alta, Amyotha Hluttaw, con 126 scranni su 224 (di cui 56 militari). Ma l'esaltante vittoria risulta oscurata dall'impossibilità legale di elezione della leader Aung San Suu Kyi. Ragione che vieterebbe la candidatura presidenziale di Suu Kyi, sarebbe l'articolo 59(f) della Costituzione. Tale articolo vieta la candidatura e l'elezione di un presidente avente rapporti di parentela con cittadini stranieri. Essendo Suu Kyi vedova dello storico inglese Michael Aris da cui ha avuto due figli, entrambi spogliati, nel 1989, della cittadinanza birmana, rientrerebbe, la leader, nella prescrizione normativa. Nonostante ciò, ha assicurato Suu Kyi, ella rimarrebbe comunque alla guida del Paese, come elemento super partes, al "di sopra" del presidente eletto. L'attuale posizione dell'Lnd permette al partito di suggerire 2 dei tre candidati alle presidenziali, mentre il terzo spetterebbe alla giunta militare, ancora detenente notevoli poteri.
PARTITI E PROSSIMI ACCADIMENTI
La Lega nazionale, infatti, ha il suo primo interlocutore nell'Usdp (Unione per la solidarietà e lo sviluppo), partito di governo, sostenuto dai militari. I risultati definitivi dello spoglio dovrebbero giungere il 15 novembre. Ottenuti i dati ufficiali, a gennaio si potrà insediare il nuovo parlamento che procederà alla nomina di un comitato che, a sua volta, indicherà i tre candidati al ruolo di presidente della Birmania.
Grande spazio, attualmente, possiede il Consiglio Nazionale per la sicurezza e la difesa controllato dai militari i quali gestiranno ben tre ministeri (Interno, Difesa, Controllo delle frontiere) con la possibilità, ove lo ritenessero necessario, di assumere il controllo del governo e dell'economia. Una situazione, dunque, piuttosto delicata che si affianca alle difficoltà che il nuovo presidente si troverà innanzi, dalla conciliazione e il rispetto delle minoranze alle reti criminali, al traffico di stupefacenti.
Fonte foto: lindro.it
Ilary Tiralongo