Bielorussia: 250 arresti durante le nuove proteste dell'opposizione
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Alcune decine di migliaia di persone sono scese nelle strade di Minsk per esprimere la loro opposizione al presidente Lukashenko. La polizia ha tratto in arresto 250 manifestanti.
MINSK, 13 SETTEMBRE - Oggi domenica 13 settembre su richiesta dell'opposizione, migliaia di manifestanti hanno marciato a Minsk formando una colonna lunga diversi chilometri. Una mobilitazione che a partire dalla data delle elezioni presidenziali del 9 agosto, avviene settimanalmente e nonostante la repressione e la polizia che ha effettuato 250 arresti non si indebolisce. “Circa 250 persone sono state arrestate in diverse zone della capitale per aver usato bandiere, altri simboli e cartelli con messaggi offensivi”, ha annunciato un comunicato del ministero dell'Interno. Lo scorso fine settimana, più di 600 persone sono state arrestate a margine di un’altra manifestazione a Minsk e in altre città.
Ieri sabato 12 settembre sono state brutalmente arrestate diverse dozzine di donne che partecipavano a una marcia femminile di protesta che denunciava il voto sospettosamente fraudolento che, con un punteggio dell’80%, ha portato alla rielezione alla presidenza di questa ex repubblica sovietica di Alexander Lukashenko, al potere già dal 1994.
Fin dai primi momenti il corteo, intitolato “Marcia degli eroi” in riferimento alle vittime della repressione, ancora una volta ha dovuto affrontare un massiccio dispiegamento di forze di sicurezza, dotate di veicoli blindati e cannoni ad acqua, stanziati soprattutto davanti al palazzo della presidenza, uno dei luoghi di ritrovo.
Svetlana Tikhanovskaïa, candidata alla presidenza che rivendica la vittoria su Alexander Loukachenko ed ora esiliata in Lituania, in un video ha salutato "un popolo veramente eroico" che continua la sua "lotta per la libertà". La scorsa settimana le forze dell’ordine bielorusse, hanno eseguito l'incredibile arresto di una sua parente, Maria Kolesnikova, rapita da uomini mascherati il giorno dopo la manifestazione del 6 settembre, dopo di che aveva resistito agli agenti che cercavano di esiliarla con la forza in Ucraina. Ora risulta essere detenuta e accusata di “mettere in pericolo la sicurezza nazionale”.
Un solo membro della ‘direzione del comitato di coordinamemto’ creato dall’opposizione per negoziare una transizione al potere è ancora in Bielorussia e in libertà, si tratta del ‘premio Nobel’ per la letteratura Svetlana Alexievich, che è stata oggetto di intimidazioni.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, venerdì scorso ha invitato Lukashenko a un dialogo ampio e inclusivo in Bielorussia, che il presidente ha rifiutato di accettare.
La Russia ha nel frattempo gradualmente aumentato il suo sostegno a Lukashenko, con Vladimir Putin che diplomaticamente ha promesso un intervento in Bielorussia talora le proteste si dovessero trasformare in violenza. Secondo alcuni analisti, Mosca sta cercando di monetizzare il proprio sostegno assicurandosi rinunce di sovranità intese ad ancorare permanentemente la Bielorussia nella sua sfera di influenza ed evitare l'insediamento di un governo filo-occidentale. Lunedì i due uomini si incontreranno in Russia, per la prima volta dall'inizio della crisi.
Luigi Palumbo
Fonte immagine: Dawn