Berlusconi: E un inferno! "Vogliamo una stagione di liberalizzazione della libertà d'impresa"
Cronaca

Berlusconi: E un inferno! "Vogliamo una stagione di liberalizzazione della libertà d'impresa"

giovedì 10 giugno, 2010

 Vogliamo una stagione di liberalizzazione della libertà d'impresa". .

Roma, 9 giu. - "Fare leggi con la nostra architettura istituzionale e' un inferno". Lo ha detto Silvio Berlusconi durante l'assemblea di Confartigianato. Berlusconi e' tornato a puntare l'indice sull'eccesso di burocrazia e di pesantezza dello stato: "governare e fare le leggi, visto da dentro e' un inferno - ha detto - e non certo per mancanza di progetti ma a causa della nostra architettura istituzionale. Lo Stato - ha aggiunto - si e' sviluppato in maniera eccessiva".(Cari colleghi - [MORE]ha esordito Berlusconi rivolgendosi alla platea di imprenditori artigiani - voi dovete sapere che vista da fuori, l'attivita' del governo e del Parlamento nel fare le leggi e' una cosa, vista da dentro e' un inferno. "Non che manchino le buone intenzioni o gli ottimi progetti - ha proseguito -, e' che abbiamo una architettura istituzionale che rende difficilissimo trasformare questi progetti in leggi compiute, concrete e operanti".

Il premier ha ripetuto quindi le sue critiche alla 'pletoricita' della macchina dello Stato e della burocrazia: "I tempi sono incredibili e sono i tempi che poi vedete nella burocrazia, nella giustizia civile, nella giustizia penale, in tutto cio' che attiene allo Stato che si e' sviluppato in una maniera eccessiva, prendendo a tutti noi cittadini il 50% di cio' che produciamo e da' in termini di servizi molto meno di quanto ci si aspetti". Berlusconi infine ha ribadito che i costi del mantenimento della macchina statale in Italia sono alti e fatto un esempio citando la Spagna e l'Irlanda, dove lo Stato "costa al cittadino 3000 euro all'anno, mentre da noi costa 4.500 euro".

"In Italia non c'e' solo un'oppressione giudiziaria e fiscale, ma anche burocratica". Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando alla platea di Confartigianato. Secondo il premier la "diffidenza" dei confronti degli imprenditori "viene da una cultura, quella comunista", che ha sempre considerato l'imprenditore "come un truffatore e un evasore". Sulle imprese "la Costituzione e' molto datata, si parla molto di lavoro e quasi mai di impresa, che e' citata solo nell'art. 41.

E non e' mai citata la parola mercato". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Confartigianato. Berlusconi ha spiegato agli artigiani che ci sono "due progetti su cui sto lavorando come ministro dello Sviluppo economico: una proposta sullo Statuto delle imprese che e' gia' depositato alla Camera e una proposta del ministro Tremonti di sospendere per 2-3 anni a titolo di esperimento tutte le autorizzazioni e gli atti di consenso richiesti prima aprire un'attivita', pensiamo a una legge ordinaria ma pensiamo anche che ci sia bisogno di riscrivere l'articolo 41 della Costituzione, di certo vogliamo allargare gli spazi di liberta' che questo articolo riconosce alle imprese", sottoposte a un sistema "di lacci e lacciuoli".

"Vogliamo costruire un nuovo sistema - ha proseguito - in cui basta una sola comunicazione allo sportello pubblico per aprire un'attivita', un sistema in cui ci sia certezza della norma e un sistema con una verifica unica, con un'amministrazione capofila che entro 2 mesi concordi con gli imprenditori cosa fare, come farlo e in che tempi. Vogliamo passare a un'amministrazione pubblica che capisca e sia consapevole che il controllo non significa uno stato di polizia ma significa aiutare chi fa l'impresa a fare le cose come vanno fatte.
Vogliamo una stagione di liberalizzazione della libertà d'impresa". .
(AGI)
 


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