Berlusconi: continua l'affondo ai magistrati e spunta il presunto patto tra Fini e i giudici
MILAN0, 18 APRILE - A Milano per presentare la candidatura di Letizia Moratti, è il premier a fare la prima mossa e nel corso di una manifestazione elettorale, affermando la ferrea volontà di non mollare, di andare avanti, mentre lancia l'ennesimo attacco alle "cellule rosse" presenti nella magistratura, Berlusconi non tralascia l’affondo al presidente della Camera Gianfranco Fini, e dichiara: "Strinse un patto scellerato con la magistratura per farmi fuori".[MORE] E dopo mesi di gelo, in cui i due ex alleati non si erano più rivolti la parola, il nuovo attacco del Premier alza immediatamente il livello della tensione.
Un'accusa che Fini respinge sdegnato, e replica immediatamente con una nota al vetriolo: "L'escalation di quotidiane menzogne di Berlusconi non è più tollerabile", attacca Fini che invita il Cavaliere a provare con i fatti le sue parole accusandolo di "non sapere cosa sia la parola “vergogna”.
Il Cavaliere è un tornado e in settanta minuti torna su quanto detto ieri, davanti ai militanti radunati dal ministro del Turismo Michela Brambilla a Roma: `guerra´ alla “magistratura politicizzata” che insieme all’opposizione “tenta e tenterà ancora l’eversione”. Nella schiera dei 'nemici' c'e' poi posto per l'ex alleato. L'accusa di aver siglato un patto con i giudici il Cavaliere l'aveva già tirata fuori in modo generico in altre occasioni, questa volta, però Berlusconi ne fornisce i dettagli dicendo di "aver saputo tutto da un magistrato" che l’ha "informato dell'accordo" siglato dalla terza carica dello Stato.
Parole che scatenano l'ira del leader di Futuro e Libertà: "Lo sfido a dimostrare quel che dice - attacca - faccia il nome del magistrato che glielo avrebbe detto, e fornisca le prove a sostegno delle sue parole: se non risponderà, cosa di cui sono certo, gli italiani avranno la prova che non sa cosa significhi la parola “vergogna”.
Nella lista di attacchi ci sono anche i giornali e i programmi tv, come Annozero e Ballarò, che lo "azzannano continuamente". Così come l'opposizione che "cerca di dare una spallata al governo". Ma l'attacco più duro è sempre per i Pubblici ministeri, in particolare quelli della procura di Milano: "Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate, l'ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e sui miei nipoti". E' l'attacco del Cavaliere che rilancia ancora una volta la riforma della giustizia insieme alla riforma della legge sulle intercettazioni (bollate come "una cosa immonda e non degna di uno Stato libero").
L'affondo prosegue poi contro la Corte Costituzionale che "da organo di garanzia è diventato un organo politico la cui maggioranza è composta da giudici di sinistra" colpevoli di aver bocciato "il lodo Schifani, il lodo Alfano e il legittimo impedimento" consentendo che il capo del governo "finisse in pasto ai Pm di sinistra".
Berlusconi definisce "un errore" l'abrogazione dell'immunità parlamentare, forse - dice -"il più grave errore commesso dalle precedenti maggioranze". E ha una certezza totale: "Il berlusconismo non e' al tramonto".
Sonia Bonvini - Redazione Emilia Romagna
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