Berlusconi ammette il ricorso a tangenti: «Il moralista non fa l'imprenditore internazionale»
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ROMA, 14 FEBBRAIO 2013 - «Niente moralismi assurdi». È Silvio Berlusconi in persona a dirlo, o meglio l’imprenditore che è in lui. Ospite stamattina ad Agorà, il leader del Pdl, rispondendo ad una domanda sulle vicende che stanno sconvolgendo Finmeccanica, ha dato una sua personale lettura al fenomeno delle tangenti.
Secondo Berlusconi, quando si tratta «con Paesi che non sono complete e perfette democrazie ci sono delle condizioni che bisogna accettare per vendere i propri prodotti. Tangenti? Sono commissioni chieste in quei Paesi, le democrazie come la nostra queste cose non le fanno».[MORE]
A parte che su quest’ultimo punto non si può essere d'accordo, basti pensare al caso Mps,il messaggio che passa è che le tangenti sono un male necessario e una pratica “strutturata” in certi tipi di transazioni. Il Cavaliere, quindi, respinge qualsiasi forma di moralismo negli affari: «Se uno fa questo moralismo non fa l'imprenditore a livello globale. Quello delle tangenti è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime, e l'India è un paese fuori dalla sfera occidentale. Vogliamo non pagare commissioni? Allora stiamo a casa» afferma Berlusconi, tornando sulla vendita degli elicotteri che è costata l’arresto al presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, l’arresto per corruzione internazionale.
Caustica la risposta di Pier Luigi Bersani su Radio Popolare: «Non escludo che nel mercato globale accadano cose di questo genere e allora sarà bene darsi dei codici di comportamento su scala europea, ma vogliamo avere un mercato pulito. Basta con le tangenti, basta con Berlusconi».
L’Associazione Nazionale Magistrati usa parole ancora più pesanti contro l’esternazione di Berlusconi: «Non è solo una condotta eticamente censurabile, ma un reato e l'illegalità è un male che va contrastato» riporta il Corriere della Sera.
(Foto: lettera43)
Giovanni Gaeta