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BERLINO, 20 LUGLIO – E’ sempre più gelo tra Germania e Turchia. Nella giornata odierna il ministro degli esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ha infatti dichiarato di aver tracciato il nuovo orientamento della politica estera di Berlino nei confronti di Ankara, insieme alla cancelliera Angela Merkel e a Martin Schulz, candidato dell’Spd alle prossime elezioni.[MORE]
Gabriel ha ricordato come la Germania abbia sempre avuto grande pazienza con gli Stati amici ed alleati, anche nei momenti più delicati. Dalla Turchia, però, il ministro tedesco si è detto “sempre deluso”, rimarcando la nuova escalation di tensione con Ankara che ha portato a riconsiderare l’approccio di Berlino ai rapporti con il Paese di Erdogan.
Dal punto di vista pratico, la decisione dell’esecutivo tedesco comporterà in primo luogo un rafforzamento degli avvertimenti ai cittadini in viaggio in Turchia, i quali "correrebbero infatti il rischio di essere arrestati". Ci sarà indubbiamente anche un giro di vite dal punto di vista economico: lo stesso Gabriel ha dichiarato che “non potranno più essere consigliati investimenti alle imprese in Turchia”, considerato che queste sono anche “grossolanamente accostate al terrorismo”.
L’irrigidimento dei rapporti con Ankara è una conseguenza dell’arresto dell’attivista tedesco Peter Steudner, finito in manette due giorni fa insieme alla direttrice di Amnesty International in Turchia e ad altri quattro attivisti per i diritti umani. Per Berlino si è trattato di un comportamento “incomprensibile ed inaccettabile”.
Altrettanto secca è stata la replica turca. Le dichiarazioni tedesche sono state ritenute una “diretta interferenza nel sistema giudiziario del Paese”. Ankara ha poi parlato di “doppio standard nell’approccio al diritto da parte di chi impedisce vengano perseguiti i terroristi e accoglie invece gruppi terroristici”.
I rapporti tra i due Stati sono dunque ai minimi storici. E la situazione è resa più complessa dall’attuale clima di campagna elettorale in Germania. A pochi mesi dalle elezioni, infatti, proprio la politica estera rappresenta il terreno ideale per guadagnare consensi nell’elettorato indeciso, fermo restando il fatto che, come ricordato dallo stesso ministro, “tutte le posizioni vanno concordate”.
Paolo Fernandes
Foto: unionradio.net