Belcaro: "Rilanciare l'attività della toponomastica per costruire l'identità del presente"
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Le vie che orientano. Questo è il titolo tradotto in italiano di un importantissimo saggio di Deirdre Mask, avvocatessa e scrittrice afroamericana che ha insegnato ad Harvard e oggi vive a Londra dove collabora con “The Guardian” e “The New York Times”.
Una ricerca illuminante, direi definitiva, dalla quale prendere spunto per rilanciare una materia che oggettivamente in città negli ultimi anni non è stata adeguatamente presa in considerazione e sostenuta. I nomi delle strade rappresentano la nostra eredità culturale, ciò che decidiamo di tenere o buttare via del passato. Orientano non soltanto dal punto di vista topografico ma soprattutto offrono un orientamento identitario, agendo in maniera diffusa e inconscia.
La toponomastica inoltre è uno strumento fondamentale per allenare l’occhio a leggere lo spazio pubblico, ad interpretare, costruire o decostruire simboli e significati, necessario per poterci riappropriare della nostra città. Pongo qui alcuni esempi significativi.
Quanto è aperta la ferita con Via Emilia Zinzi, considerata giustamente dai cittadini inappropriata al valore della Professoressa?
Sono chiusi i conti con Via Ventotto Ottobre, data della marcia su Roma, trasformata dalla Giunta Olivo in data della proclamazione di Papa Giovanni XXIII?
Il Sindaco ha giustamente ricordato in campagna elettorale l’importanza di ricordare la figura di David Sassoli proponendo di intitolare a lui una strada della nostra città.
Le vie intorno all’Università oggi sono impersonali (strada 1, strada 2, ecc…). Potrebbe aprirsi un confronto con UMG e lavorare su intitolazioni che possano orientare e ispirare gli studenti. E quanto potrebbe essere importante modificare il nome di alcune vie o piazze dei quartieri difficili della città, ispirando così la società civile a svolgere attività in quartieri dove l’integrazione appare sempre un’utopia?
Si potrebbe continuare a lungo per comprendere quanto sia materia viva e necessaria. Il saggio di Deirde Mask si apre ricordandoci che in alcuni anni, il 40% delle delibere comunali della città di New York sono state dedicate al cambiamento dei nomi delle strade. Fra l’ossessione americana e il nulla attuale esiste certamente una strada del buon senso, da costruire, che sia tutta nostra.
Ecco perché ho proposto alla Consigliera Igea Caviano, Presidente della III commissione, di lavorare congiuntamente alla commissione che presiedo su un nuovo regolamento, da presentare in bozza all’esecutivo e agli uffici per arrivare poi ad approvarlo in consiglio comunale. Un regolamento che sia meno ingessato di quello attuale e che permetta alla Commissione Toponomastica di incidere concretamente mettendo in campo le loro indiscusse competenze.
Dare un indirizzo alla nostra città non è un atto neutrale. Prenderci cura di essa vuol dire anche offrire i nomi giusti alle strade che percorriamo, per strutturare il ricordo, l’identità, l’orgoglio, la visione e la prospettiva da cui guardiamo il mondo.
Nunzio Belcaro,
Pres. IV Commissione Comune di Catanzaro