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ROMA, 2 NOVEMBRE - "Il mio è un addio. Doloroso, aggiungo". Antonio Bassolino torna, intervistato dal Corriere della Sera, sulla sua decisione di lasciare il Pd e ne spiega i motivi: “La prospettiva resta quella a cui ho lavorato sin dagli anni Novanta, quando fui eletto sindaco di Napoli: la ricostruzione del centrosinistra". [MORE]
"Da tempo - afferma - i rapporti politici interni erano critici. E anche quelli umani”. Pungolato sulla sua scelta di essersi schierato con Renzi, Bassolino dichiara: “ho resistito fino al congresso che lo ha riconfermato, però non ho votato perché si è provveduto solo a ufficializzare la stagione della grande rimozione, la stagione del girare sempre pagina, del mai voltarsi indietro. Mai ammettere gli errori o correggerli". "Dopo la vittoria alle Europee - continua - Comunali e referendum sono stati due cazzotti micidiali. E Renzi ha sovrapposto le due campagne elettorali. Le ha personalizzate e politicizzate, ottenendo l’effetto opposto a quello sperato".
Altro errore che imputa al Partito è quello di “aver imposto la fiducia sul Rosatellum”: “perché si è impedito di migliorare la legge e si è prodotto un danno alla democrazia”. E con la mozione su Bankitalia il Pd è arrivato “a creare problemi sia sul piano internazionale sia su quello interno, imbarazzando Palazzo Chigi e il Quirinale".
Ecco, dunque, secondo Bassolino, da dove ripartire: “Ho guardato con interesse a Pisapia. Sono stato in piazza Santi Apostoli e ho partecipato alla Festa nazionale di Mdp, dicendo che lì c’era un pezzo del mio mondo. E penso che quella di Pietro Grasso sia stata una svolta significativa nel segno di una riaggregazione del centrosinistra".
Claudio Canzone
Fonte foto: ilfattoquotidiano.it