Si capovolge barcone al largo della Libia: 25 morti, 400 in salvo ma si temono molte vittime
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CATANIA, 5 AGOSTO 2015 - Sono ancora in corso le ricerche al largo della Libia dove ieri si è capovolto un barcone con a bordo centinaia di migranti. Le imbarcazioni di soccorso, coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera, stanno continuando a perlustrare la zona nella speranza di individuare i dispersi, ma al momento non è stato recuperato nessuno. Il bilancio, ancora provvisorio, è dunque di 373 migranti salvati e 25 cadaveri recuperati. Sul barcone, stando ai racconti dei migranti, c'erano circa 600 persone.
Intanto un altro barcone con a bordo circa 300 migranti è stato soccorso a poca distanza dalla zona del naufragio: l'imbarcazione ha infatti lanciato l'allarme a 30 miglia dalla Libia, una quindicina di miglia a nord del punto dove ieri si è capovolto il barcone. Verso i migranti si è diretta nave Dattilo della Guardia Costiera. [MORE]
L'incidente di ieri. Secondo le prime ricostruzioni il naufragio di ieri è avvenuto pochi minuti prima dell'arrivo dei soccorsi. L'allarme era arrivato alla centrale operativa della Guardia Costiera di Roma nella tarda mattinata da Catania, che a sua volta aveva ricevuto una segnalazione con una chiamata satellitare nella quale si sosteneva che un motopeschereccio in ferro, con a bordo diverse centinaia di persone, era in difficoltà. Nella zona sono state immediatamente dirottate dalla Guardia Costiera la Dignity One, una nave di Medici senza frontiere, e la Le Niamh, una nave della Marina militare irlandese. Quest'ultima è stata la prima ad arrivare e, a circa un miglio di distanza dal peschereccio, ha calato due rescue boat per andare a soccorrere i migranti.
A quel punto dalla nave irlandese hanno visto il barcone capovolgersi: l'ipotesi più probabile è che i migranti si siano spostati tutti nella direzione delle barche di soccorso, provocando così il ribaltamento. Nella zona, oltre alle due imbarcazioni che erano già presenti, la centrale operativa della Guardia Costiera ha dirottato il Phoenix, una nave di soccorso di 40 metri del Moas (Migrant Offshore Aid Station), nave Fiorillo della Guardia Costiera e il mercantile Barnon Argos. Inoltre stanno arrivando nel punto due unità della Marina Militare.
Cimitero Mediterraneo. Oltre duemila migranti sono morti quest'anno nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere le coste europee. A diffondere la cifra drammaticamente simbolica della tragedia in corso è l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Nello stesso periodo del 2014 sono morte 1607 persone. In tutto il 2014, 3279 migranti hanno perso la vita.
Come nel 2014, la maggior parte dei migranti sono morti mentre cercavano di attraversare il Canale di Sicilia, lungo la rotta del Mediterraneo centrale che collega la Libia all'Italia. Secondo le statistiche, sottolinea l'Oim in un comunicato, la rotta del Mediterraneo centrale è di gran lunga la più pericolosa rispetto alle altre: quest'anno l'Italia e la Grecia hanno registrato un flusso simile di migranti (rispettivamente 97.000 e 90.500), ma 1.930 persone sono morte mentre cercavano di raggiungere l'Italia contro le 60 decedute in rotta verso la Grecia.
"E' inaccettabile che nel 21mo secolo la gente che fugge dai conflitti, dalle persecuzioni, dalla miseria e dal degrado della terra debba sopportare queste terribili esperienze nei loro paesi, per non parlare durante il viaggio, per poi morire alle soglie dell'Europa", ha commentato il direttore generale dell'Oim, William Lacy Swing.
Tiziano Rugi