"Bandiere arancioni" sospese tra opportunità e problematiche
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Roma, 11 giugno 2020 - L'Associazione dei Paesi Bandiera Arancione è cresciuta, nei suoi quasi venti anni di vita, dalle 16 località "arancioni" iniziali sino agli attuali 247 borghi. L’associazione riunisce i paesi che hanno ottenuto dal Touring Club Italiano il riconoscimento da cui trae il proprio nome. Si tratta di circuito turistico virtuale basato su concrete caratteristiche di pregio dei luoghi.
Proprio in questi giorni vari urbanisti, politici, architetti di fama quali Boeri e Fuksas stanno evidenziando come l’emergenza sanitaria di quest’anno suggerisca un ritorno ai piccoli centri, spesso trascurati a favore dei centri urbani, che hanno mostrato tutti i propri limiti proprio durante l’emergenza Codid-19. E proprio in questi giorni il Touring ha individuato dieci nuovi paesi da far rientrare tra Bandiere Arancioni, tutti di grande suggestione e sparsi lungo tutta la Penisola.
Prospettive ottime dunque per tali borghi? Non del tutto, si direbbe, perché sempre nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica per richiamare l’attenzione sulle criticità che si sono venute a creare a seguito delle difficoltà dettate dalle chiusure obbligatorie.
Ora che questi luoghi avrebbero come esprimere al meglio il proprio potenziale abitativo e turistico, le attività commerciali presenti in tali borghi si trovano a non essere in condizione di poter riaprire. Un vero paradosso, tenuto conto anche del fatto che la maggior parte degli italiani quest’estate potrebbe optare proprio per tali centri, a causa delle molteplici difficoltà che ancora presenta il viaggiare all’estero.
testo e foto di Raffaele Basile