Banche: First Cisl, vero peso non è costo lavoro ma 10mld Npl
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Banche: First Cisl, vero peso non è costo lavoro ma 10mld Npl

domenica 7 gennaio, 2018

Banche: First Cisl, vero peso non è costo lavoro ma 10mld Npl. Romani, recuperare reddito con gestione paziente in house
ROMA, 7 GENNAIO - Il "vero peso sui bilanci delle banche italiane non è il costo del lavoro" ma le "svalutazioni degli Npl" giunte a 10 miliardi di euro nei primi nove mesi dell'anno e il cui recupero, se fosse "gestito in house proprio dai dipendenti, potrebbe dare reddito". Il sindacato First Cisl, nella sua analisi sui bilanci delle prime 5 grandi banche nei nove mesi del 2017 sottolinea come, agli 8 miliardi di utile realizzati dai cinque maggiori gruppi bancari italiani dei primi nove mesi del 2017, hanno dato un enorme contributo i 14,4 miliardi di commissioni nette che sono strettamente correlate al fattore lavoro.[MORE]

"Finiamola, una volta per tutte, di dire che il costo del lavoro è un peso per il sistema bancario - sottolinea il segretario generale Giulio Romani - Il vero peso sono le enormi svalutazioni pretese dai regolatori europei, col risultato che continuiamo a svendere npl che potrebbero invece essere recuperati attraverso una loro gestione paziente, ritornando a dare reddito".

L'utile, aggiunge Riccardo Colombani, responsabile dell'Ufficio Studi di First Cisl - "beneficia poi dei 527 milioni di calo del costo del personale a fronte di una riduzione di ben 7.786 addetti nelle sole big five, senza contare i tagli nelle banche acquisite da Ubi e da Intesa". Insieme, le commissioni nette e il minor costo del personale cumulano 15 miliardi, una cifra vicinissima ai 15,7 miliardi complessivi del risultato lordo di gestione. Quanto al costo del lavoro, il dato dei primi cinque gruppi è di 12,6 miliardi, che si confrontano con un margine di intermediazione di 36,3 miliardi".

"A bruciare redditività - rileva l'analisi della First Cisl - sono i 10,1 miliardi di rettifiche su crediti, non molto sotto
ai 10,5 miliardi dei primi 9 mesi del 2016". Da soli, sottolinea Colombani, "gli accantonamenti su crediti si mangiano una cifra superiore all'utile netto e che equivale al 70% delle commissioni nette e al 59% dei 17 miliardi di interessi netti raccolti dalle banche. Se gli npl fossero destinati alla gestione in house da parte di personale specializzato, invece che alla vendita più o meno obbligata, e gli accantonamenti potessero essere effettuati tenendo conto dei recuperi realizzati, gli utili tornerebbero a crescere, generando occupazione e sviluppo economico".


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