Banca d'Italia, mozione Pd contro Visco. Mattarella: "Si rispetti interesse del Paese"
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ROMA, 18 OTTOBRE - Il Partito Democratico ha presentato in aula alla Camera una mozione che punta a non rinnovare l'incarico del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il cui mandato scadrà a fine ottobre. Si impone dunque la linea del segretario Matteo Renzi, che da tempo lavora alla successione del governatore dopo gli scandali bancari dei mesi scorsi. La mozione ha immediatamente creato sconcerto in via Nazionale anche perché fonti ben informate sostengono che il premier Gentiloni ne fosse all'oscuro. [MORE]
È stato il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, ad annunciare all’Aula l’esistenza di una sesta mozione, oltre quelle di M5S, Lega, Sc, FdI (contrarie alla conferma di Visco) e SI (per una sua proroga di un anno), tutte bocciate. La mozione del Pd, prima firmataria Fregolent, è arrivata in aula già emendata. Il portavoce del Pd, Matteo Richetti, si è affrettato a dire che la mozione non era contro Visco ma "il Pd per Bankitalia chiede una fase nuova".
Il testo è stato poi limato e ammorbidito in alcuni punti su indicazione del governo e alla fine comunque approvato dall'Aula con 213 voti a favore, 97 contrari e 99 astenuti. "Le prese di posizione riguardanti la Banca d'Italia devono essere ispirate ad esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Istituto, nell'interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del risparmio degli italiani, e che a questi principi si deve attenere l'azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo", fa sapere il presidente Mattarella dal Quirinale.
Dopo la mozione, da ambienti vicini a via Nazionale è trapelato che "la Banca d’Italia fa interamente il suo dovere nelle diverse funzioni che svolge, applicandovi competenza e coscienza. In particolare nella vigilanza bancaria, in questi anni segnati dalla più grave crisi economica della storia moderna d’Italia, ha difeso il risparmio nazionale limitando i danni. Questi non potevano non esserci, data la gravissima condizione dell’economia; alcuni casi di gestione bancaria cattiva o criminale sono stati contrastati per quanto consentito dalla legge e, quando opportuno, segnalati alla Magistratura. Nella sua azione l’Istituto ha agito in continuo contatto col Governo. Di tutto questo vi è ampia evidenza anche pubblica. E in ogni caso il Governatore è pronto a essere ascoltato dalla Commissione quando essa vorrà".
Sulla questione è intervenuta anche la leader della Cgil, Susanna Camusso: "Se si pensa di non farlo lo si deve fare sulla base di ragioni che non mettano a rischio la credibilità del Paese". Secondo la Camusso "l'immagine che rende di più la valutazione della giornata di ieri è un ministro sempre così pacato come Padoan che si mette ad urlare al telefono. Questo dà l'idea della leggerezza con cui si affronta un tema così importante come quello della indipendenza delle istituzioni del paese".
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine fanpage.it)