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ROMA, 27 GENNAIO 2014 – «Il dibattito sulla riforma dello Stato, nei suoi diversi snodi, è certamente necessario – ha sottolineato il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente - ma auspichiamo che ciò non vada a scapito di ciò che la gente sente più bruciante sulla propria pelle, e cioè il dramma del lavoro: la povertà è reale!»
Il presule rivolge allora un «appello affinché la voce dei senza lavoro, che sale da ogni parte del Paese, trovi risposte più efficaci in ogni ambito di responsabilità. Non è ammissibile che i giovani – che sono il domani della Nazione – trovino la vita sbarrata perché non trovano occupazione: essi si ingegnano, sempre più si adattano, mantengono mediamente la fiducia e la voglia di non arrendersi nonostante esempi non sempre edificanti. Noi Pastori li conosciamo, vorremmo dire per nome, e lo testimoniano anche le svariate iniziative di sostegno alla progettualità giovanile presenti nelle diocesi (Progetto Policoro, Prestito della Speranza, varie forme di microcredito). Nonostante questi segni, ci sentiamo impotenti a corrispondere nei modi adeguati».[MORE]
L’attenzione dei vescovi italiani per i temi sociali, dalla lotta alla povertà si estende poi all'accoglienza degli immigrati e alla libertà di educazione. «Non possiamo – per ragioni di giustizia – non rilevare ancora una volta la grave discriminazione per cui, nel nostro Paese, da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari» ha aggiunto Bagnasco, annunciando l’adesione del Santo Padre a una manifestazione in difesa della «scuola, di tutta la scuola», programmata dai vescovi italiani per il 10 maggio in piazza San Pietro.
Con riferimento, invece, alla situazione dei penitenziari nazionali, essa è stata definita «insostenibile», invitando ad apportare modifiche nel senso di «più dignità».
In questa sessione il Consiglio dovrà inoltre decidere la modifica dello statuto (vecchio di 14 anni) per consentire l'elezione diretta del presidente Cei, la cui nomina attualmente è rimessa al pontefice.
(Immagine: internazionale.it)
Domenico Carelli