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Badante condannato per violenze scoperto online: figlia degli anziani sotto choc

Redazione
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Badante condannato per violenze scoperto online: figlia degli anziani sotto choc
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Nel Bellunese, una donna scopre sul web che il badante assunto per i genitori era stato condannato per violenze su otto anziane in una Rsa.

Un caso inquietante arriva dal Veneto, dove una figlia, insospettita da alcuni comportamenti anomali del badante che accudiva i suoi genitori, ha deciso di cercare informazioni su Internet scoprendo una verità sconvolgente: l’uomo era stato condannato a otto anni di reclusione per violenze sessuali ai danni di otto donne anziane, ospiti di una casa di riposo a San Donà di Piave, in provincia di Venezia.

Una scoperta casuale che ha evitato possibili rischi

L’uomo, ex operatore socio-sanitario, lavorava come badante nel Bellunese. La figlia della coppia, turbata da certi atteggiamenti, ha digitato il nome del collaboratore su Google trovando articoli di cronaca che riportavano la sua condanna in appello.

«Non sapevo nulla del suo passato – ha raccontato – lo avevo assunto tramite un’agenzia, convinta che fosse una persona affidabile».

L’agenzia: “Ignari dei suoi precedenti”

L’associazione che aveva segnalato l’uomo per il lavoro ha dichiarato di non essere a conoscenza dei precedenti penali, spiegando che i controlli vengono effettuati soltanto sugli stranieri per la verifica dei documenti di soggiorno. Un aspetto che solleva più di una riflessione sui limiti delle procedure di selezione nel settore dell’assistenza domiciliare.

L’uomo ancora a piede libero in attesa della Cassazione

L’ex operatore, insieme agli altri imputati del caso, si trova attualmente a piede libero: la pena sarà esecutiva solo dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione. La vicenda ha destato profonda indignazione e riacceso il dibattito sulla necessità di maggiore trasparenza e controlli più rigorosi per chi lavora a contatto con persone fragili.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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