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ASSISI, 19 NOVEMBRE 2011 - Nella ventesima scena della 'Vita di San Francesco', dipinta da Giotto nella Basilica superiore di Assisi, c'e' il profilo di un diavolo, con due corna scure. L'immagine spunta dalle nuvole sospese fra lo spettacolo della morte di Francesco, in basso, e quello dell'assunzione della sua anima in cielo. A scoprirlo è stata una storica Chiara Frugoni, specialista francescana, che l'ha comunicato in un articolo in uscita nel prossimo numero della rivista San Francesco Patrono d'Italia, edita dal Sacro Convento di Assisi.[MORE]
La notizia ha suscitato enorme scalpore non solo in Italia, ma anche all'estero destando l'interesse di illustri studiosi e storici d'arte. Sulla motivazione che spinse Giotto a dipingere nella parte della nuvola più vicina all'angelo di destra "un vigoroso ritratto, completato anche da due corna scure", la studiosa non si sbilancia: "Forse non fu soltanto un'impertinenza sfuggita fino ad oggi all'occhio di tutti. Nel Medioevo si credeva che anche nel cielo abitassero i demoni che ostacolavano la salita delle anime: e'un significato ancora da approfondire, ma che sembra destinato a dare buoni frutti".
Secondo il capo dei restauratori della Basilica, Sergio Fusetti, la scoperta della Frugoni introduce sicuramente una «novità iconografica, ma il demone non sembra entrare nella scena vera e propria, altrimenti sarebbe stato evidenziato con più visibilità. Forse è stato un dispetto dell'artista nei confronti di qualcuno o forse un suo divertimento».
Questa scoperta e' destinata a fissare un nuovo inizio della "manipolazione delle nuvole" da parte di un pittore. Fino ad oggi, infatti, il primo pittore che pensò di trattare le nuvole era ritenuto Andrea Mantegna,il quale nel San Sebastiano, dipinto nel 1460 (oggi conservato nel Kunsthistorisches Museum a Vienna), mostrò sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge da una nuvola.
Caterina Gatto
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