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MOLFETTA, 2 AGOSTO – Padre e figlio, entrambi indagati per usura, per due anni consecutivi, hanno tediato un commerciante di Molfetta, titolare di un negozio di elettronica e telefonia, obbligandolo con minacce a versare loro dei soldi in cambio di “protezione”. [MORE]
L’attività estorsiva nei confronti del piccolo imprenditore - sulla base di quanto denunciato dal commerciante alla Guardia di Finanza nel gennaio scorso e come affiora dall’ordinanza di custodia cautelare – ha avuto origine nel gennaio 2016, quando A. F. si presentò nel negozio della vittima portandosi via un cellulare senza pagare.
Alle lamentale del commerciante, l’uomo rispose che era li per offrirgli “protezione” per la modica cifra di 300 euro a settimana, o in alternativa, si sarebbero presentati in sua vece altri “non indigeni” e “non comprensivi come lui”.
La corresponsione dei 300 euro, si protrasse per molti mesi, con l’aggiunta che una tantum A.F. esigeva dalla vittima pagamenti più consistenti per diverse migliaia di euro. Ciò destabilizzò l’equilibrio della piccola attività imprenditoriale, fino al punto da creare una situazione di difficoltà per il commerciante di Molfetta spesso impossibilitato a pagare i fornitori.
A tale ragione, A. F. gli ha concesso un prestito di 25mila euro affinché il malcapitato potesse accomodare le difficoltà economiche in cui era finito a causa dei continui esborsi di denaro: ma solo a titolo di interessi, la vittima ha dovuto versare loro 45mila euro nel giro di appena 5 mesi.
Il commerciante, a questo punto, agli inizi di gennaio scorso ha deciso di denunciare tutto ai finanzieri di Molfetta che hanno effettuato molti riscontri, compresi quelli bancari e telefonici. In questo modo, il 24 gennaio scorso
A. F. di 58 anni, già gravato da diversi precedenti, è stato arrestato in flagranza di reato per estorsione, e al figlio F.M. 32enne, per concorso in estorsione e usura sono stati disposti ad entrambi gli arresti domiciliari.
Luigi Palumbo