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ROMA, 15 APRILE – Una storia inquietante quella che arriva dall’ Arkansas : lo Stato non esegue condanne a morte dal 2005, ma a causa della scadenza della validità del midazolam, una delle tre sostanze usate per eseguire la pena capitale, il governatore Hutchinson ha deciso di dare una spinta alle esecuzioni, programmando di mettere a morte otto persone in 10 giorni e scatenando la battaglia delle associazioni contrarie alla condanna a morte. [MORE]
Insieme ai gruppi che si battono per i diritti civili, è scesa in campo la Big Pharma: è stato infatti il ricorso fatto dall’azienda a fermare la corsa alla pena capitale del governatore dello Stato del Sud degli Usa, Asa Hutchinson.
Lo sdegno e la polemica causati dalla vicenda avevano già spinto i produttori dei tre farmaci a fare ricorso contro lo Stato, che non avrebbe dichiarato l’uso che intendeva fare delle sostanze al momento dell’acquisto.
Gli otto condannati , fra i 38 e i 60 anni, sono colpevoli di crimini compiuti negli anni ’90: stupri e omicidi, e la maggioranza delle vittime sono donne. Se la loro esecuzione venisse confermata stabilirà un nuovo record perché dal 1976, quando la Corte Suprema ha autorizzato il ritorno della pena di morte, nessuno Stato americano ha giustiziato tanti detenuti in un arco di tempo così breve.
Lo scrittore John Grisham, nato in Arkansas, ha scritto un articolo durissimo su Usa Today: “Siamo di fronte a uno spettacolare deragliamento della legge”. La battaglia, capitanata da Amnesty, è arrivata anche su Twitter: l’hashtag #8in10 (otto prigionieri in 10 giorni) è diventato virale in poche ore in tutto il mondo.
Maria Minichino
(fonte immagine repubblica.it)