Arcigay critica i vertici dell'Expo: «Omofoba. Servirebbe un respiro culturale più ampio»
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MILANO, 21 AGOSTO 2014 - Il presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani, rivolge una severa critica all’Expo ai suoi vertici. «Omofoba, ignora la cultura gay attuale e del passato». Questo uno dei passaggi che il presidente Romani ha rilasciato durante il programma KlausCondicio, condotto su YouTube da Klaus Davi.
«L’Expo, a firma dell’iper-macho Maroni – ha affermato – si preannuncia come una fiera del virilismo e del pensiero unico leghista. I vertici Expo non ci hanno contattato, tanto meno i loro uffici comunicazione, che pure hanno distribuito miliardi in gare, la cui efficacia si è vista sui giornali esteri».
L’attacco del presidente nazionale di Arcigay alle dinamiche organizzative di Expo si concentra sul mancato coinvolgimento del mondo LGBT durante l’esposizione universale: «Non siamo stati coinvolti a livello ufficiale, non c’è stata nessuna apertura per presentare le nostre istanze, per essere in qualche all’interno dell’Expo in maniera forte, e non c’è nulla dedicato al mondo gay: un vero peccato – ha continuato – perché Milano (capitale della cultura LGBT con la modo, la pubblicità, il design) non si merita questo, anzi, si meriterebbe un Expo con un respiro culturale più ampio, com’è giusto per una città cosmopolita come Milano. Non è giusto per il Nord e non è giusto per l’Italia. Forse riusciremo a essere presenti all’interno dell’Expo con un minimo di spazio che riusciremo a comprare come altre aziende, proprio come se fossimo un’azienda, un espositore qualsiasi, uno stand, che sono molto cari peraltro».
Romani avanza anche una stima di quanto possa essere proficua per le tasche dell’Expo la presenza dell’Arcigay: «Ci sono studi economici fatti dalle università americane che dimostrano proprio, dati alla mano, che le città con maggiore senso di libertà e maggiorni possibilità, in cui vengono azzerate le differenze sono influenzate dalla cultura LGBT. Il giro d’affari del turismo gay è stimato è di 50 miliardi del mondo».[MORE]
Ed ecco l’idea avanzata dal presidente nazionale Arcigay: «la creazione di un padiglione dedicato alla cultura gay italiana, da Leonardo fino a Marsilio Ficino, da Sandro Penna a Dario Bellezza, da Michelangelo a Aldo Palazzeschi, appellandosi a Renzi affinchè la manifestazione non diventi una sagra dell’edilizia e delle tangenti, ma un’opportunità per promuovere l’eccellenza italiana all’estero. Una cultura – ha concluso nel suo intervento a KlausCondicio – che deve tantissimo al genio lesbico, omosessuale e trans, ma del quale Sala e Maroni hanno tanto terrore da schifare l’indotto che ne dovrebbe derivare».
(Immagine da nolostand.it)
Giovanni Maria Elia