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SHANGAI, 1 MARZO 2013 – Nuove accuse per le aziende cinesi fornitrici della Apple che secondo lo studio della Sacom ( Student & Scolars Against Comporate Misbehavior) maltratterebbero e sfrutterebbero i loro dipendenti.
La Sacom è un’associazione per la tutela del lavoro che si è occupata di analizzare tre grandi aziende produttrici: la Foxlink, che produce connettori e cavi, la Pegatron, che assembla Ipad mini e la Wintek che fornisce display. I risultati sono stati sconvolgenti: infatti, la Sacom, ha accusato queste aziende di sfruttamento giovanile e degli operai, dissanguando gli stagisti e gli apprendisti per farli lavorare a costo zero e sottoponendo, inoltre, tutti i dipendenti ad orari disumani e alla violenza fisica. [MORE]
La Sacom ha quindi deciso di denunciare gli aspetti più sconcertanti di questo sfruttamento: i lavoratori che svolgono l’attività per 14 ore al giorno, con un solo giorno di riposo al mese; la manodopera che non è retribuita e le pause pranzo che sono di pochi minuti; si stima, inoltre, che ogni giorni vengano assunti e licenziati 1.000 lavoratori al giorni; che i prodotti Apple contengano delle sostanze d’assemblaggio nocive per l’uomo che vi è esposto senza precauzioni, oltre, agli abusi verbali, fisici, discriminatori e di derisione pubblica a cui sono sottoposti gli operai.
Per il momento non ci sono commenti dalla Apple, ma la Cina non è nuova a questa accuse. Solo lo scorso anno, infatti, era la Foxconn al centro degli studi. Infatti, durante l’uscita dell’ Iphone 5, questa azienda venne accusata di sfruttamento minorile, visto che tra le file della società era stati trovati diversi ragazzi di un età compresa tra i 14 e i 16 anni. La Foxconn cercò di giustificarsi spiegando che erano solo stagisti, ma la legge cinese impedisce in qualsiasi caso o modalità l’utilizzo di minori nelle catene di montaggio.
Lo scandalo di Cupertino, dove ha sede questa azienda, mise sotto i riflettori, nuovamente, la realtà dietro le multinazionali e dopo pochi mesi ha fatto luce su nuove aziende. Ci si augura che il lavoro delle associazioni contro lo sfruttamento metta totalmente in luce la realtà dietro il prodotto e che sia il primo passo per sradicare completamente questo sistema oppressivo.
Erica Benedettelli
[immagine da tgsky.24]