Cronaca
Appalti truccati, 9 in carcere i nomi degli arrestati
Reggio Calabria, 9 mar. Grazie alla complicità di funzionari pubblici, avevano accesso alle buste di gara presentate per vari appalti. Quindi, dopo avere controllato le offerte degli altri concorrenti, preparavano la loro proposta che risultava essere la migliore. Un meccanismo consolidato, che avrebbe interessato alcuni appalti della Stazione unica appaltante provinciale di Reggio Calabria, lo stesso ente intermedio e la Sorical, la società regionale che gestisce il servizio idrico. Un'associazione a delinquere sgominata da un?operazione della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che ha notificato nove ordinanze di custodia cautelare in carcere e ha sequestrat otto milioni di euro di beni. [MORE]Perquisizioni locali e domiciliari si sono svolte nelle province di Milano, Sondrio, Catanzaro, Crotone, Cosenza e Reggio Calabria, mentre l' ipotesi di reato è di associazione a delinquere con turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreto di ufficio. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati notificati a Giuseppe Bagalà, 55 anni; Carmelo Bagalà , 53; Francesco Bagalà, 22; Giuseppe Bagalà, 24, tutti di Reggio Calabria e componenti della famiglia di imprenditori interessata agli appalti. Con loro sono finiti in carcere cinque funzionari pubblici: Mario Italo Torresani, 54 anni, responsabile dell'ufficio gare e appalti della Sorical con sede a Catanzaro; Domenico Lamonica, 32 anni, segretario dell'ufficio gare e appalti della Sorical; Antonio De Clariti Stresa, 55 anni, dipendente della Provincia di Reggio Calabria; Luigi D'Amico, 65 anni, dipendente della Provincia di Reggio Calabria; Antonio Scaramuzzino, 31 anni, funzionario della Sorical. Troppe coincidenze nei risultati delle gare di appalto, vinte sempre da aziende e societa' della famiglia Bagala' o a loro vicine. Per questo, la Guardia di finanza ha avviato una serie di verifiche sulle aggiudicazioni degli appalti di Sorical, Stazione unica appaltante di Reggio Calabria e Provincia di Reggio Calabria. Cosi', in poco tempo, le Fiamme Gialle hanno potuto avvalersi di intercettazioni telefoniche, video ed ambientali hanno permesso di determinare anche il singolare modus operandi. Nelle indagini coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini, e' emerso che numerosi bandi, per centinaia di migliaia di euro, pubblicati a livello nazionale hanno visto, troppo frequentemente, secondo i finanzieri, sbaragliare ogni tentativo di concorrenza delle imprese dell'intera platea imprenditoriale italiana da parte degli imprenditori reggini.
Nella verifica delle buste di offerta sono risultate diverse anomalie, cosi' si e' potuto accertare che i Bagala' si impossessavano delle buste, le aprivano, verificavano l'offerta delle ditte concorrenti, le richiudevano abilmente e sostituivano quelle presentate dalle proprie imprese o di quelle a loro vicine per assicurarsi gli appalti. Le buste, poi, venivano riposte nelle casseforti e, in questo modo, le Commissioni di aggiudicazione si trovavano di fronte a gare formalmente "ineccepibili" e non potevano far altro che affidare i lavori al vincitore. L'ambizione dei Bagala', ha evidenziato la Guardia di Finanza, non si limitava all'aggiudicazione degli appalti a proprio favore ma mirava al controllo, pressoche' totale, delle gare pubbliche. In altri termini, nel loro intento nessuno avrebbe potuto "lavorare" con la pubblica amministrazione senza il loro patronato. Oltre a corrompere i funzionari pubblici, ponendo in essere atti intimidatori nei confronti di chi mostrava "titubanze", i Bagala' avrebbero cercato l'appoggio di esponenti politici locali, loro vicini, tentando di indurli a fare pressioni nelle competenti sedi per rimuovere "politicamente" alcuni funzionari che ritenevano scomodi per i loro scopi. Sul ruolo dei politici non sono emersi, pero', elementi di rilievo. La famiglia di imprenditori, sempre secondo le indagini, non si sarebbe fermata nemmeno dopo il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza, il 10 gennaio scorso, delle buste relativa ad una gara che avrebbe dovuto svolgersi poche ore dopo e trovate ingiustificatamente nel possesso Giuseppe Bagala'. Le operazioni, eseguite dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, hanno impegnato circa 150 militari dell'intera provincia ed un elicottero della Sezione Aerea di Catania. L'indagine ha portato al sequestro di otto milioni di euro di beni, con il patrimonio aziendale delle societa' Isotech srl, con sede a Gioia Tauro, dedita alla costruzione di edifici residenziali e non residenziali; Ediltech srl, di Gioia Tauro, anch'essa impegnata nella costruzione di edifici residenziali e non residenziali; Ime srl, con sede in Reggio Calabria, impegnata nel commercio all'ingrosso di materiali da costruzione, ferramenta, termoidraulica, costruzioni di edifici residenziali e non residenziali. Sotto sequestro sono finiti anche un'autovettura Volkswagen Tuareg 3.0 V6, di proprieta' di Francesco Bagala', 22 anni, e sei autocarri e veicoli speciali.