Antenna Trash, in arrivo il videoclip di "Nuclear Sand"
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VERONA, 26 SETTEMBRE 2011 - Tutta italiana l'"onda" dei veronesi Antenna Trash, il gruppo fondato nel 2008 e composto da Sebastiano Meneghini (vocals, guitar), Alessandro Monaco (synthesizers, vocals), Alberto Casagrande (drums, vocals) e Margo Menegazzi (bass, vocals).
Le sonorità post-wave elettrizzate della band possono essere apprezzate grazie alla possibilità di download gratuito del loro secondo lavoro, "DED comes for DED", disponibile al link http://antennatrash.bandcamp.com. [MORE]
Il fenomeno è da tenere d'occhio, considerando la celerità con cui il gruppo ha saputo imporrsi al grande pubblico, complice un'intensa attività dal vivo che li ha portati a condividere il palco con artisti di respiro internazionale come Crocodiles, Simian Mobile Disco, Horrors, Stereo Mc's, A Toys Orchestra e tanti altri.
L'edizione 2010 dell'Italia Wave love Festival si può definire una forma di consacrazione, sancita tanto dall'apprezzamento del pubblico quanto dal consenso della critica. L'EP "DED comes for DED", prodotto da Pierluigi Ballarin (The Record's) e Stefano Moretti (Pink Holy Days), è stato registrato presso il TUP studio di Brescia ed è uscito a marzo 2011, facendo segnare riscontri positivi sia all'Italia che all'estero. In occasione dell'uscita ormai prossima del videoclip del brano "Nuclear Sand" - di cui è disponibile un teaser sul canale youtube della band -, abbiamo riascoltato l'EP.
L'opener "Fill Every Corner" è lanciato da un attacco di chitarra ruvido, prima di stabilizzarsi nella sincope regolare delle percussioni, con una linea potente di basso a fare da letto sonoro a schiarite e contaminazioni tastieristiche. La sensazione è quella di una galassia algida vista dal computer di un'astronave. L'intro di "Nuclear Sand" ricorderebbe i Bloc Party, ma la tribalità si fa pulsazione futuristica da New Wave nella distorsione del cantato acidulo. Il pezzo prosegue alternando brani minimali a distensioni electro-rock variegate e tonanti, da cui non sono aliene sognanti accentazioni krautrock. "Magnets" ha invece la morbidezza dell'interludio, con vaghi accenti dagli Arcade Fire e la consumata abilità di giocare sui vuoti e su di un fondale sonoro vellutato, in cui improvvise crepitazioni delle tastiere accompagnano il fatuo crescendo finale. L'EP si chiude con "Law", dal ritmo avvolgente e dal basso estenuato, degna incarnazione musicale di un suono geometrico in cui le nevrosi post punk sono rivissute in un'atmosfera dark intessuta di suggestioni electtro-sintetiche.
Non ci resta che aspettare il video di "Nuclear Sand", che si auspica possa essere un buor corrispettivo visivo della stimolante proposta musicale del gruppo. Le premesse sono incoraggianti, considerando che la regia e la post-produzione sono di Luca Campri, fotografo professionista e insegnante all'Istituto Europeo di Design di Milano.
Antonio Maiorino