Anna Chiara Amato difende il padre Giampaolo: “La verità sulla nostra famiglia è stata travisata”
“La storia della mia famiglia è stata travisata”: la lettera di Anna Chiara Amato alla stampa
La figlia del medico Giampaolo Amato, condannato all’ergastolo in primo grado per il duplice omicidio di moglie e suocera, rompe il silenzio alla vigilia della sentenza d’appello
Una voce fuori dal coro, carica di dolore e determinazione. È quella di Anna Chiara Amato, figlia di Giampaolo Amato, il medico bolognese condannato all’ergastolo in primo grado per il presunto duplice omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. A pochi giorni dalla sentenza d’appello, la giovane ha deciso di scrivere una lettera indirizzata all’ANSA e a un’emittente locale di Bologna per difendere la verità della propria famiglia.
“Non posso più sopportare che la storia della mia famiglia continui a essere travisata”
Così inizia la lettera che Anna Chiara ha inviato ai media, spiegando di non riuscire più a tollerare la narrazione pubblica che, a suo dire, avrebbe deformato i fatti. Lei e il fratello Nicola Amato continuano a credere nell’innocenza del padre, ritenendo infondate le conclusioni della procura.
Secondo l’accusa, Giampaolo Amato avrebbe avvelenato le due donne — a venti giorni di distanza l’una dall’altra — utilizzando un mix letale di un anestetico e un ansiolitico. Una ricostruzione che la figlia contesta fermamente, punto per punto.
Dubbi sull’inchiesta e sul movente
Anna Chiara Amato sottolinea che l’autopsia sul corpo della madre non fu richiesta dalla zia — considerata la principale accusatrice del medico — ma dallo stesso fratello Nicola. Precisa inoltre di essere stata lei stessa a chiedere gli esiti degli esami, smentendo che il padre avesse qualcosa da nascondere o che avesse insistito per la cremazione del corpo.
Nel suo racconto, anche il presunto movente economico e quello sentimentale vengono messi in discussione. La relazione extraconiugale del medico, infatti, era nota in famiglia e vissuta “alla luce del sole”, spiega la giovane, aggiungendo che la madre non l’aveva mai ostacolata, ma gli aveva solo chiesto di fare una scelta chiara.
“Combatto per ciò che è giusto”
Anna Chiara conclude la lettera con parole che suonano come una dichiarazione di principio:
“Vado avanti perché so di stare combattendo per ciò che è giusto. Non credo che molti altri possano dire lo stesso.”
Un messaggio che arriva in un momento delicato, mentre la Corte d’Appello di Bologna si prepara a emettere la nuova sentenza. Il caso continua a dividere l’opinione pubblica tra chi ritiene Amato colpevole e chi, come i suoi figli, chiede di rivalutare le prove e restituire dignità a una storia familiare segnata da dolore e sospetti.
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