Ancora scontri in Egitto. Quaranta morti, centinaia di feriti
Estero Trentino Alto Adige

Ancora scontri in Egitto. Quaranta morti, centinaia di feriti

lunedì 21 novembre, 2011

IL CAIRO, 21 NOVEMBRE - Oltre quaranta morti, centinaia di feriti, una città paralizzata; continuano gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine a Il Cairo, mentre Piazza Tahir torna ad essere dopo mesi il centro di proteste e violenze, luogo simbolo per migliaia di cittadini che ancora una volta invocano una democratizzazione dello stato.

Mentre la polizia tenta di disperdere la folla a colpi di lacrimogeni e proiettili di gomma, ospedali e obitori diffondono le prime cifre non ufficiali di quello che sembra prospettarsi come un bilancio sempre più grave: fonti dall'Ansa, rivelano infatti un bollettino che parla di oltre 1700 feriti, e di strutture sanitarie che cominciano a diventare sature.[MORE]

Dopo l'apparente tregua di stamattina, insomma, la tensione sembra tornata alle stelle; l'accordo raggiunto con l'imam della moschea di Omar Makram, che prevedeva la riconsegna di quattro agenti presi in ostaggio ieri dai manifestanti, non è bastato a fermare i tentativi di sgombero della piazza.

Nel mezzo del traffico oramai in tilt, il generale Said Abbas, assistente del comandante militare della regione, ha improvvisato poco fa una conferenza stampa, ricordando di come il sit in sia un diritto garantito a tutti, nei limiti però del rispetto dell'interesse pubblico.

Nonostante queste timide rassicurazioni ufficiali, l'Unione Europea guarda con preoccupazione al clima infuocato, a pochi giorni dalle elezioni del 28 novembre, e rivolge un appello a tutte le parti, invitando alla calma e alla moderazione.

Il portavoce dell'Alto rappresentante Catherine Ashton, ha risposto ad una domanda sulla responsabilità dei militari ricordando quanto sia difficile il processo verso la transizione, ma chiedendo di mantenere l'ordine nel rispetto dei diritti umani, accogliendo le richieste dei cittadini.

In vista della tornata elettorale, saranno messi a disposizione del Paese finanziamenti e osservatori internazionali.

Simona Peluso


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