Ancora polemiche sulle trivellazioni in Sicilia. "Crocetta chiarisca i termini del patto"
Politica Sicilia

Ancora polemiche sulle trivellazioni in Sicilia. "Crocetta chiarisca i termini del patto"

lunedì 17 novembre, 2014

 PALERMO, 17 NOVEMBRE 2014 – Non sembrano voler cessare le polemiche contro le trivellazioni che in questi giorni hanno animato la politica siciliana. Nonostante la decisione presa in Sala d'Ercole che intima al governo di bloccare l'estrazione di petrolio nell'Isola, il presidente Crocetta difende la sua scelta di cercare l'oro nero. Questo comportamento fa scatenare l’ira del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che invita il governatore a rispettare gli accordi presi.

“Crocetta chiarisca subito prima in commissione Attività produttive e poi in aula che tipo di accordi ha preso con l’Eni – dichiara Ardizzone - e porti tutta la documentazione. Se è vero quanto sollevato da Repubblica sarebbe un fatto gravissimo, perché non solo non si danno reali garanzie ai 3 mila lavoratori di Gela ma nemmeno a tutti i siciliani. In ogni caso chi estrae e raffina il petrolio in Sicilia deve pagare le imposte di produzione nell’Isola. Non siamo più disposti ad alimentare le casse del Nord ladrone. Si incardini immediatamente al Senato il disegno di legge-voto che consente la modifica dell’articolo 36 dello Statuto che riserva tali imposte allo Stato, e si dia piena attuazione all’articolo 37 per assicurare alla Sicilia anche il gettito fiscale delle imprese che hanno sede legale altrove. Solo allora possiamo iniziare a trattare, se, come e quando si debbano autorizzare nuove trivellazioni nell’Isola”.[MORE]


Dal canto suo Crocetta continua ad affermare: “L'intesa per la salvaguardia del Petrolchimico introduce alcuni aspetti importanti: a realizzare le basi e le trivelle saranno gli operai della Fincantieri, e così sarà sbloccata la crisi occupazionale di Palermo. Il petrolio estratto sarà lavorato nelle raffinerie siciliane, da Milazzo a Priolo ad Augusta, e porteremo altro lavoro in questi territori. L’Eni - prosegue - si è impegnata a creare la sede dell'azienda estrattiva in Sicilia, in modo da pagare qui le tasse. Insomma, questo accordo complessivamente non vale meno di 500 milioni di euro e produce 6.500 occupati. Un risultato incredibile per la nostra economia".

E alle polemiche di Ardizzone risponde: “Si trattava soltanto di un ordine del giorno che, con tutto il rispetto, lascia il tempo che trova. Fermo restando che gli atti parlamentari vanno rispettati, secondo me, dovremmo trovare le modalità per fare un dibattito approfondito su un tema così delicato”. Ma a non approvare le mosse di Crocetta non c’è solo il presidente dell’Assemblea, con lui anche Movimento 5 Stelle e Forza Italia.

(foto dal sito www.cronacheparlamentarisiciliane.it)

Michela Franzone


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