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GENOVA, 02 DICEMBRE 2013 - E’ scoppiato il caso amianto a Genova con tanto di protesta da parte dei lavoratori per le via delle città.
Intanto i sindacati di Cgil, Cisl ed Uil hanno fatto chiaramente sentire la loro voce: “ I lavoratori che sono stati esposti all’amianto non devono essere indagati, bensì tutelati. E’ necessario preoccuparsi seriamente della loro salute con un vero e proprio piano di sorveglianza sanitaria” hanno sottolineato, richiedendo che “il Fondo vittime dell’amianto deve risarciate in modo congruo le famiglie dei lavoratori colpiti da mesotelioma”.
E’ stata annunciata, inoltre, per mercoledì 04 Dicembre un corteo dei lavoratori genovesi protagonisti in prima persona della delicata vicenda.
Nella nota sindacale si legge: “ La regione Liguria e l’INAIL devono garantire tutte le risorse necessarie per permettere il funzionamento e la sopravvivenza del RENAM ( Registro dei mesoteliomi) perché i continui tagli operati rischiano di far morire questo importante osservatorio delle malattie dovute all’amianto”. Anzi nella nota si precisa l’importanza di “restituire dignità e serenità ai tanti lavoratori che hanno operato un’intera vita in ambienti lavorativi a rischio amianto e che oggi vedono negati i propri diritti, anzi vivono con grande disagio la condizione di indagati”.
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Sale, infatti, il numero di mesotelioma registrati dalla RENAM. Ad oggi sono 2500 i casi di neoplasie strettamente collegate all’amianto:135 i morti in Ansaldo, 107 in Ilva (ex Italsider) e 10 in Stoppani. Un aumento netto a cui si vanno ad aggiungere i 180 nuovi casi di mesotelioma, che si registrano ogni anno.
Per i sindacati è fondamentale l’intervento dello Stato “per restituire il diritto ai lavoratori genovesi di accedere al giusto risarcimento( benefici previdenziali)”.
Emanuele Ambrosio