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PERUGIA, 2 MAGGIO 2014 – In una video-intervista esclusiva per la Cnn, Amanda Knox torna a difendersi in merito al suo ruolo nell’omicidio di Meredith Kercher – la studentessa inglese con cui condivideva l’appartamento a Perugia - a circa sette anni di distanza: «Non ho ucciso la mia amica, non ho brandito un coltello. Non avevo motivo di farlo. Vivevamo insieme da un mese, stavamo diventando amiche. La settimana prima dell’omicidio, siamo andate a un concerto di musica classica insieme… Non abbiamo mai litigato».
La ragazza di Seattle ribadisce con calma – la voce a tratti rotta dalla commozione – la propria innocenza, a pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza emessa lo scorso 30 gennaio dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, che la condanna a 28 anni e mezzo di reclusione per il “delitto di Perugia” – 25 anni di carcere invece per l’ex fidanzato Raffaele Sollecito.[MORE]
«L’assenza di prove dimostra la mia innocenza», dichiara la Knox. «Se fossi stata sulla scena del delitto, le prove forensi – spiega - dimostrerebbero la mia colpevolezza, ma non c’è nulla: nessun capello, nessuna impronta di mani o di piedi, che attesti la mia presenza». Poi, con amarezza racconta alle telecamere dell’emittente americana di aver «dovuto combattere per lungo tempo» contro i pregiudizi della gente all’indomani dell’omicidio. «Io non sono quella persona», sottolinea, non nascondendo la sua fiducia sull’esito del processo.
(Foto: internazionale.it)
Domenico Carelli