AMA Calabria, standing ovation per Giuseppe Pambieri e Carlo Greco
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La trama dagli sviluppi inattesi e ricca di colpi di scena inizia con gli stilemi della commedia più classica, facendo sorridere, divenendo gradualmente un dramma, che in alcuni momenti sembra possa diventare un giallo. In una scenografia minimale e realistica, che rappresenta il camerino di un teatro, i due attori si muovono con grande padronanza riempiendo gli spazi del palcoscenico.
In quell’ambiente, il direttore della Filarmonica della Svizzera romanda, Hans Peter Miller (Carlo Greco), torna furioso nel suo camerino dopo un concerto che considerava un fallimento, cercando rifugio nelle note dell’Adagietto della Sinfonia n°5 di Gustav Mahler. In quel momento riceve, suo malgrado, un fan che si rivela subito invadente. Léon Dinkel (Giuseppe Pambieri), si presenta come un grande ammiratore, venuto dal Belgio per applaudire il Maestro, ma il comportamento di quell’ammiratore diventa, con il passare del tempo, sempre più sfacciato e inquietante.
Il tono dell’”intruso” diventa meno ingenuo e più risoluto quando comincia a svelare dettagli sulla vita personale di Miller. Inevitabili le domande che lo spettatore si pone, chiedendosi chi sia questo presunto ammiratore e quale sia il legame che lo unisce al direttore d’orchestra.
Come un’immagine sfuocata tutto, con l’evolversi della storia, si delinea. In un confronto ricco di sfumature in cui i ruoli si invertono, riappariranno i fantasmi di un passato lontano e doloroso per entrambi. Per tutta la durata di ‘Nota stonata’, si assiste a un capovolgimento di situazioni e a un cambio del potere esercitato dall’uno sull’altro; una storia ricca di mistero alimentata da numerosi indizi e da una tensione psicologica che coinvolge emotivamente il pubblico.
Sullo sfondo, al centro del palcoscenico, uno schermo fa da supporto visivo, assumendo un duplice ruolo nell’arco di tutta la narrazione, trasformandosi in uno specchio, sul quale i protagonisti riflettono la loro immagine attuale e quella del loro passato. Nei loro racconti dolorosi riemerge un periodo da dimenticare, quello della Shoah. Ad aiutare lo sviluppo dell’intera storia viene in aiuto la tecnologia.
‘Nota stonata’, oltre al testo di grande impatto, viene esaltato dal talento e dalla recitazione sentita di Giuseppe Pambieri e Carlo Greco. Entrambi, perfettamente calati nei due personaggi, tengono alta la tensione, tracciando continuamente situazioni enigmatiche. Carlo Greco è perfetto nel ruolo del direttore d’orchestra. Il suo portamento e la sua eleganza svaniscono quando perderà la sua autorità e il suo equilibrio nel momento in cui conoscerà il vero intento di Dinkel, che lo condurrà verso un gioco perverso. Giuseppe Pambieri è a suo agio nel ruolo di un personaggio mutevole, che va con estrema facilità dalla cordialità alla follia. Il suo iniziale sorriso scompare e diventa nevrotico, fino a rivelare il suo volto: quello di un uomo ferito e pronto a tutto per fare giustizia.
I tre finali proposti lasciano la possibilità agli spettatori di immaginare la conclusione che a loro è più gradita, ognuna delle quali lascia una grande lezione di vita. ‘Nota stonata’ è una storia mai banale, che affronta con estrema delicatezza temi forti come il libero arbitrio, il perdono e il desiderio di vendetta. Argomenti toccanti graditi dal pubblico, che li ha fatti propri, tanto da tributare una lunga standing ovation, che ha fortemente commosso Carlo Greco per l’accoglienza calorosa ricevuta dai suoi conterranei.