Allarme sbarchi. Difficile per i porti siciliani dare accoglienza a tutti
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POZZALLO (RG), 10 APRILE 2014 – Se si continua così, come dice il ministro Alfano, la Sicilia rischia di trasformarsi presto in una grande tendopoli a cielo aperto. Dal momento che il centro di prima accoglienza di Lampedusa è fuori uso per i lavori di ristrutturazione, la vera emergenza alla quale i prefetti di mezza Sicilia devono far fronte è proprio la prima accoglienza dei migranti che, a migliaia e tutti in una sola volta, vengono sbarcati dai mezzi navali sulle banchine di porti dove non c'è alcuna struttura predisposta per tutto quello che a Lampedusa veniva ormai fatto da una catena di assistenza collaudata in modo assolutamente efficiente: visita medica, vestiti asciutti, cibo, acqua, mediazione linguistica, assistenza psicologica, personale specializzato per i bambini, forze di polizia in numero adeguato per tutte gli adempimenti di legge: identificazione, impronte, lettura dei diritti, smistamento dei migranti.
Sono almeno quattromila i migranti che tra ieri e oggi sono sbarcati nei porti di Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle e Messina dove non c'è alcuna struttura. In queste ore i prefetti interessati stanno sondando anche la disponibilità della protezione civile per mettere a disposizione tende o strutture da campo, mentre anche le associazioni di volontari lanciano l'allarme.
Solo a Pozzallo, la neo "Lampedusa" di Sicilia, dove l'emergenza ormai continua da mesi nell'indifferenza generale, erano già pronti. Il prefetto Vardè aveva convocato una riunione straordinaria del Comitato per l'ordine e la sicurezza ancor prima che il ministro degli Interni, nella notte, facesse scattare l'allarme rosso. E così, a fronte di 500 nuovi arrivi, in un sol giorno, si è riusciti a trovare sei grandi tende da campo. Il minicentro di accoglienza da 180 posti straripa con quasi 600 ospiti ma almeno c'è.[MORE]
Più critica invece la situazione ad Augusta e negli altri paesi. Tende militari sono state montate in tempo record al porto di Augusta dove solo ieri sono sbarcati in 1200. Dare un "tetto" ai migranti soccorsi in mare dai mezzi della Marina militare e depositati sulle banchine dei porti siciliani non è facile.
"Non c'è più posto, bisogna mobilitare la protezione civile", è il generale grido d'allarme dei prefetti interessati. Ad Augusta, dove solo ieri pomeriggio dalla nave San Giorgio sono sbarcati in mille in un solo colpo, e a Messina, dove sono arrivati in 360, si fa fronte con i palazzetti dello sport dove, in condizioni assolutamente inadeguate, i migranti bivaccano per giorni. In 279 sono finiti nella tensostruttura sul molo di Porto Empedocle, 300 a Catania. Per il "dopo" ci sono i Cas, una sorta di rete parallela allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito da Comuni e province che ricevono dal Viminale i fondi per mettere a disposizione alloggi e strutture adeguate gestite da associazioni "accreditate" e dotate di tutto il personale necessario e professionalmente formato per assistere i migranti.
Michela Franzone