All'Abbazia Benedettina di Lamezia Terme la commedia "Non sono un gigolo'" di e con Sasa' Palumbo
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All'Abbazia Benedettina di Lamezia Terme la commedia "Non sono un gigolo'" di e con Sasa' Palumbo

lunedì 10 agosto, 2015

LAMEZIA TERME (CZ), 10 AGOSTO 2015 - La disoccupazione, l’ipocrisia e le contraddizioni dei nostri tempi sono stati i temi dominanti della commedia “Non sono un gigolò”di e con Sasà Palumbo andata in scena all’ Abbazia Benedettina di Lamezia Terme e inserita nel secondo appuntamento di Lamezia Summertime 2015 TeatrOltre: Il Teatro Ritrovato con la direzione artistica di Nico Morelli e Walter Vasta dell'associazione teatrale "I Vacantusi" di Lamezia Terme.  [MORE]

La commedia, presentata dalla compagnia Acis Il Sipario, già ospitata nella passata rassegna in vernacolo “Vacantiandu”, ha raccontato con apparente leggerezza, dinamiche, fatti e crisi economica e sociale dei nostri tempi, imponendosi subito all’attenzione del pubblico, affluito in modo massiccio all’Abbazia per nulla intimorito dall’abbondante pioggia caduta di pomeriggio nel lametino. Pertanto Sasà Palumbo e gli altri attori, sullo sfondo di una scenografia costruita con semplicità sotto le stelle, sono riusciti a far risaltare con garbo, ironia e battute comiche ed esilaranti, la scottante tematica della disoccupazione, che domina nel nostro paese esasperando gli animi fino a sfociare spesso nel suicidio, la delicata condizione dei gay, costretti a nascondere il proprio stato per non perdere la credibilità e la posizione sociale conquistate. Proprio su queste coordinate si è articolata la vicenda di Michele Gigolo, un affermato cuoco napoletano proprietario di un ristorante di successo la cui vita viene sconvolta dalla perdita del lavoro in seguito alla chiusura della sua attività sancita dalla visita dell’Asl e della Guardia di Finanza, senza motivi evidenti.

Dopo un tentativo di suicidio, Michele, consigliato dall’avvocato Antonio Petrone e sostenuto dalla zia Erminia, tenta di sopravvivere inventandosi il nuovo lavoro di gigolò durante il quale si imbatte in nuove ed inaspettate situazioni ricche di equivoci e colpi di scena. A questo punto è l’avvocato che gli fa notare come la fortuna è nel suo cognome Gigolo perché, aggiungendo semplicemente un accento, si può trasformare in Gigolò. È un espediente con il quale Michele riesce alla fine a riappropriarsi del suo locale e a tornare ad una vita normale ricattando il senatore gay Macario che incarna la figura del politico poco attento alla cosa pubblica e molto alle proprie esigenze personali, persuaso che tutto si possa acquistare col denaro, finanche l’amore.

La felice conclusione della commedia reca in sé l’ importante messaggio di non cedere mai alle avversità della vita ma di attingere forza e coraggio dalla speranza in un domani migliore per superare i momenti difficili. Sul palco: Sasà Palumbo, Vincenzo Cuomo, Mariano Grillo, Marianna Sugliano, Elisabetta Fulgione, Franco Tortora, Rosa Cece, Alfonso Marsella, Assunta Miele, Gianni Palumbo, Simone Scarpati e Walter Vasta in sostituzione di Mimmo Cacciapuoti.

Lina Latelli Nucifero


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