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ROMA, 3 APRILE - Mancano ormai dieci giorni alla data in cui si saprà se Alitalia continuerà a volare o meno.[MORE]
Sindacati e azienda tornano al tavolo delle trattative per un incontro con modalità 'no stop' che si terrà all'indomani dello sciopero, proclamato per il 5 aprile, per concludersi nel giro di una settimana. Le prospettive non sembrerebbero le più rosee: le posizioni rimangono molto distanti e fonti sindacali riferiscono che i tagli richiesti dalla compagnia non sarebbero gestibili.
Ciò che preoccupa maggiormente i lavoratori, peraltro, è la drastica riduzione della liquidità: il piano proposto dall'azienda prevede oltre 2.000 esuberi e la riduzione del 30% dello stipendio dei piloti. Il nuovo piano e, soprattutto, il suo finanziamento hanno come condizione necessaria il consenso dei lavoratori, che dipenderà dalla capacità dei sindacalisti di far accettare l'ennesima dose di sacrifici. In passato, nel personale dell'ex compagna di bandiera si è, tuttavia, diffusa la convinzione che lo Stato non possa permettersi il suo fallimento e che, alla fine, una soluzione arriverà.
Per scongiurare l'ipotesi di chiusura, infatti, si sarebbe mosso anche il governo. Venerdì scorso, il premier Gentiloni ha tenuto un vertice a palazzo Chigi con i ministri Delrio, Padoan, Calenda e i vertici della compagnia. In tale occasione gli azionisti avrebbero confermato la volontà di rilancio dell'azienda. I sindacati, però, riterrebbero inaccettabili i paletti messi dall'azienda. È stato lo stesso Calenda a indicare come termine ultimo proprio il 13 aprile in quanto dal giorno successivo ci sarebbe la necessità di far partire un piano di ristrutturazione finanziaria, con ciò complicando una vicenda già abbastanza articolata.
Emanuela Salerno
Fonte immagine: www.wired.it