Alfano, Italia  un obiettivo "non secondario" dell'Isis
Politica Umbria

Alfano, Italia un obiettivo "non secondario" dell'Isis

martedì 9 settembre, 2014

ROMA, 9 SETTEMBRE 2014 –Il ministro dell'Interno Angelino Alfano in un'informativa urgente alla Camera ha dichiarato lo stato di allerta sul fronte della lotta al terrorismo internazionale, poiché, riferendosi all'Isis, si è al cospetto di «una organizzazione spietata con numeri e mezzi senza precedenti, che espone la comunità cristiana a persecuzioni».

Il terrorismo di matrice religiosa veste anche abiti europei
«Il terrorismo di matrice religiosa veste anche abiti europei lanciando una sfida senza precedenti alla sicurezza mondiale» ha sottolineato il capo del Vicinale. «La minaccia dell’Is - ha proseguito - è globale ed il suo principale obiettivo è l’Occidente». Anche se al momento si escludono «evidenze investigative di progettualità terroristiche nel nostro Paese», rimane il fatto che l’Italia, in quanto «culla della cristianità», e la capitale, «richiamata con valore simbolico», rappresentino un obiettivo «non secondario» dell’Is. «Altri elementi di rischio sono dati dal fatto che l’Italia non ha mai fatto mancare il suo appoggio nelle iniziative militari internazionali contro il terrorismo. Gli indicatori che ho citato richiamano alla massima attenzione verso ogni segnale premonitore di rischio anche nei confronti degli interessi italiani all’estero».[MORE]


La minaccia «necessita ora di una risposta globale»
Il ministro ha inoltre invitato a «rafforzare le armi legislative in materia di terrorismo di cui disponiamo e questo per affrontare con accresciuta efficacia questo grave e insidioso fenomeno mettendo mano a nuovi strumenti che tengano conto della evoluzione della minaccia».

In 48 dall'Italia in Siria per combattere
Dalla relazione di Alfano emerge che 48 sarebbero le persone «passate per l'Italia e andate a combattere in Siria» e di queste, solamente due con passaporto italiano, tra cui il giovane genovese Delnevo ucciso in Siria lo scorso anno, e «un giovane marocchino naturalizzato italiano».

 

Domenico Carelli

(Foto: ilmessaggero.it)


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