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ROMA, 7 NOVEMBRE 2011 – Ormai sono in tanti a ripeterglielo: <<Silvio, è finita>>, ma Berlusconi non ci sta e punta i piedi. <<Io non mi dimetto –continua a ripetere- meglio il voto anticipato>>. E nella notte, durante un vertice a palazzo Grazioli, minaccia una manifestazione, a Roma, contro i “ribaltonisti”.[MORE]
Alfano, Letta e capigruppo del Pdl insistono per andare al Quirinale, cercando di convincere il presidente del consiglio a dimettersi prima del voto sul Rendiconto in programma per Martedì; Maroni da Fazio, a “Che tempo che fa”, insiste: <<La maggioranza non c’è più ed è inutile accanirsi>>; Gabriella Carlucci, una delle fedelissime, lascia il Pdl per passare all’Udc.
Questi sono solo alcuni dei cedimenti in atto nel governo Berlusconi, ma il premier non sembra accorgersene, o meglio, fa finta di niente e ancora sicuro di sé dichiara: <<Siamo ancora in maggioranza>>.
Purtroppo per lui sembra l’unico a esserne convinto. Gli ultimi calcoli, fatti durante il vertice, danno, nella migliore e più irrealistica delle ipotesi, maggioranza e opposizione pari a 314 voti. Ma Denis Verdini conta ventitré deputati nell’area del malcontento, più Bertolini, Stracquadanio e i firmatari della lettera dell’Hassler.
Un altro rischio sembra avvicinarsi: Bersani ha affermato che presto l’opposizione presenterà una mozione di sfiducia, soprattutto se sarà approvato il Rendiconto. Inoltre, augura un esecutivo guidato da Gianni Letta. Esecutivo auspicato anche da Casini che afferma che un nuovo governo non può nascere senza l’apporto del Pd.
Nel corso del vertice viene elaborata un’ultima offerta per Casini, per scongiurare un suo possibile accordo con il Pd: quella di un governo Alfano-Maroni in collaborazione al terzo polo e non al Pd. Offerta che farebbe fatica a rifiutare dato che un esecutivo senza Berlusconi è un desiderio dell’Udc da oltre un anno.
Nonostante si prospettino molti scenari, l’ipotesi elettorale è ancora la più accreditata. Berlusconi resta convinto del fatto che non esista alcuna alternativa a questo esecutivo e ribadisce il suo <<no>> a governi tecnici o di larghe intese. Avanza persino delle offerte al capo dello Stato, promettendogli che <<Se ci dà le elezioni, noi possiamo garantirgli un secondo mandato al Quirinale nel 2013>>.
Ora non resta che vedere quale di questi scenari avrà luogo, se le elezioni anticipate o le dimissioni del premier.
Gaia Seregni
(In foto: Silvio Berlusconi, fonte: ultimaora.net)