ALFA ROMEO COLOR Fest 3: report, foto e interviste
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
LAMEZIA TERME, 05 AGOSTO 2015 - Nella suggestiva location del Parco Mitoio si è svolta sabato 3 agosto la terza edizione del Color Fest che si afferma anche quest'anno come uno dei festival più rilevanti del panorama musicale del meridione. La novità principale di quest'anno è il secondo palco: mentre quello principale (intitolato a Stefano Cuzzocrea) accoglierà i "big", sull'Indipendent State of Coffe Stage apriranno le danze i "gruppi locali". Come al solito sono stati allestiti stand, mostre e punti ristoro ed il tutto è stato accompagnato dal dj set Fabio Nirta e Daniele Giustra. L'area camping ed il servizio navette hanno completato l'offerta di servizi ed assicurato la buona riuscita dell'organizzazione. La line up prevede ben otto band, nell'ordine: Alessio Calivi, McKenzie, La Fine, Dissidio, Camera237, Iosonouncane, The Soft Moon e Verdena.
[MORE]
L'ALFA ROMEO COLOR Fest 3 inizia con grande puntualità (cosa ormai rara da notare ad un concerto, figuriamoci ad un festival) con l'alternative rock di Alessio Calivi che ha il compito di inaugurare il nuovo palco del Parco Mitoio e di accogliere i primi arrivati all'evento. Il cantautore, accompagnato dalla sua band, sfoggia un repertorio che accoglie diverse influenze musicali pur mantenendo un'impronta decisamente rock. Tutto ciò viene apprezzato dal pubblico, seppur poco numeroso e "baciato" dal sole, ma l'attenzione viene catturata anche da qualcos'altro: i Dissidio, immobili e truccati (vedi foto), attendono in maniera un po' particolare il momento della loro esibizione alle spalle dell'Indiependent State of Coffee Stage.
Intanto arriva il momento del debutto di un trio formato da vecchie conoscenze del panorama musicale lametino. I McKenzie, la cui formazione risale solo a gennaio, eseguono per intero il loro EP fresco di stampa ed il loro post-hardcore convince da subito i presenti. Renato – chitarra e voce – ci racconta qualche particolare in più sulla band:
[McKenzie] Il gruppo nasce l'anno scorso, a giugno, però con un'altra attitudine che, con il corso dei mesi, ci siamo accorti che non ci apparteneva. Poi c'è stato uno stop per questioni pratiche e successivamente abbiamo ripreso a gennaio con i veri e propri McKenzie. Alba nera è stato il primo pezzo della prima versione del gruppo ed è stato rimaneggiato per adattarlo ad i nuovi McKenzie, poi nel ritornello ci sono un po' di omaggi che non dico...
A giugno 2015 abbiamo registrato un EP in una casa al mare, che è stata sistemata ad hoc come sala di registrazione da Vladimir Costabile. Abbiamo registrato in due giorni e mezzo, abbiamo stampato immediatamente il disco e fatto tutto interamente a mano. La copertina è di Pasquale de Sensi, che ha già curato per esempio le copertine di Julie's Haircut, un lametino che ha fatto la sua prima personale a Varsavia qualche tempo fa. La stampa è di 96 Creative Store di Lamezia, però il confezionamento è stato fatto tutto a mano. I CD li abbiamo masterizzati noi e di questo siamo orgogliosi perché questa è una cosa che si faceva di più negli anni '80 e '90, nel periodo della scena hardcore, tutt'ora ci sono ancora alcune etichette che confezionano ancora a mano, per esempio To Lose La Track. Abbiamo curato il prodotto dall'inizio alla fine, dalla registrazione al mastering: insieme a Vladimir Costabile abbiamo fatto tutto dal punto di vista del suono, abbiamo fatto il mastering a Dissonanze Studio, un'altro studio di registrazione che sta cercando di lavorare in questo senso.
Questo è stato il nostro primo live da McKenzie, perché noi tre veniamo da gruppi precedenti tra Roma e Lamezia. È stato bello, ci siamo trovati bene, siamo contentissimi. Inoltre abbiamo delle cose in serbo che non possiamo dire, però ci stiamo lavorando... Siamo tre persone che sono state fuori per anni, tra università e lavoro, e adesso ci siamo ritrovati qua per cose diverse e da qua vogliamo ripartire. In questo periodo ci sono altre persone dall'esterno che stanno guarndando alla Calabria, quindi ci piace questa cosa di ripartire da qui!
A seguire salgono sul palco i La Fine, il trio cosentino sta vivendo un ottimo periodo di forma, grazie anche al lungo tour che li ha visti impegnati con date in tutta Italia per la promozione del loro primo EP "Scontento". Ai nostri microfoni dichiarano:
[La Fine] "Scontento" ha avuto inaspettatamente da parte nostra un'accoglienza molto buona, abbiamo fatto questo disco dopo un anno che eravamo nati ed è uscito un anno dopo che l'abbiamo registrato per problemi di tempistica dell'etichetta e per problemi burocratici. Non ci aspettavamo nulla da questo disco, nel senso che questo è solo un vaggito di un gruppo che voleva sfogare quello che aveva da dire in quel momento nel modo più istintivo che poteva farlo. Quindi abbiamo buttato giù questi sette pezzi, li abbiamo registrati ed abbiamo gridato tutto quello che avevamo da dire, senza aspettarci comunque di vedere come sarebbe andata. Poi è successo che, per farti un esempio, siamo usciti in anteprima su rockit ed abbiamo avuto circa seicento condivisioni, cioè Fiumani ne ha avuto seicentocinquanta! Siamo felicissimi che sia andata bene, sia come riscontro di pubblico, sia per le tante date che sono uscite dopo il disco, anche perché essendo una cosa inaspettata è anche più bella. Un bilancio assolutamente positivo!
Abbiamo registrato da Sollo, non ci conoscevamo e siamo stati poco in studio però da quel poco si è creata un'amicizia ed una stima reciproca quindi è sempre un piacere andare da loro. Ci hanno chiamato alla Festa del Ringraziamento, abbiamo suonato più volte in provincia di Modena e nelle loro zone che nel resto d'Italia. Siamo felicissimi del legame che si è creato con loro, perché comunque i Gazebo Penguins oltre ad essere un gruppo che ha aperto una breccia come sonorità e come testi in italiano, sono anche delle persone meravigliose e si vede anche dalla Festa del Ringraziamento, che a livello concettuale è una cosa bellissima!
Ci sono dei pezzi in cantiere, ma non abbiamo un album intero. Dovremmo, in realtà, fermarci qualche mese per poter finire questi pezzi e crearne di nuovi. Vorremmo fermarci appena finiscono le date, però dopo l'estate ci sono già altri concerti da fare, quindi bisogna capire un attimo i tempi! Abbiamo sicuramente voglia di fare il nuovo disco perché vogliamo confrontarci con quello con cui non ci siamo confrontati con "Scontento". Quindi un passo successivo, "Scontento" è stato fatto di getto, di ragionato c'è veramente poco, adesso abbiamo l'esigenza di fare una cosa un po' più ragionata.
Adesso sappiamo che c'è un'attenzione riguardo al nostro gruppo, rispetto a prima, quindi invece di scrivere una parola, ci ragioni dieci minuti perché c'è l'opportunità di farlo in un'altro modo. Abbiamo sicuramente tantissima voglia di scrivere il nuovo disco, però abbiamo anche voglia di suonare live e visto che non riusciamo a conciliare bene queste cose, abbiamo deciso di finire il tour e poi di scrivere il nuovo disco. Ma il tour non sta finendo, per fortuna, quindi appena abbiamo un po' di pausa ci chiuderemo a scrivere il nuovo disco. Un paio di pezzi li portiamo già dal vivo, uno l'abbiamo fatto stasera ed il secondo lo facciamo come bis.
Finalmente i Dissidio possono muoversi, lentamente abbandonano la loro postazione e scendono le gradinate dell'anfiteatro del Parco Mitoio. Con la teatralità che contraddistingue il trio lametino, salgono sul palco ed esprimono tutto il loro ingegno e la violenza sonora, eseguendo brani tratti dal loro "ThisOrientamento", fino ad uno strano intermezzo: assistiamo ad un quiz con due concorrenti volontari che dovranno indovinare quante più canzoni possibili ascoltando un lungo medley suonato dai tre, l'ambito premio sarà il CD di "ThisOrientamento". Anche loro ci hanno concesso una breve intervista:
[Dissidio] Abbiamo fatto una performance apparentemente statica. In realtà eravamo noi gli statici e ciò che si muovevano erano le reazioni, anche silenti, delle persone. Molti ci hanno raccontato subito dopo, parlando del concerto, che la performance che abbiamo fatto li ha inquietati, gli ha messo ansia. Noi l'abbiamo vissuta come una sofferenza immane, ma non è questo il punto. Era molto curioso, ogni tanto buttavo un occhio sulle persone che ci guardavano stupite, un po' come si guarda stupito un pazzo: quindi abbiamo scelto di essere pazzi, al contrario dei pazzi che non scelgono di esserlo. È stata un'esperienza particolare, un po' una forma di imbroglio, però molto bella, credo che è stata ciò che volevamo: una cosa presuntuosamente onirica. Il pubblico ha risposto pure bene, soprattutto con i selfie! Ci hanno visto lì e "ragà, ci dobbiamo fare i selfie!". È stata un'indagine sociologica al di sopra di ogni sospetto.
La promozione di ThisOrientamento sta andando bene. Stiamo creando questa forma di promozione appoggiata dalla Bunker Film di Mario Vitale, da Karma Photo di Giuseppe e Laura, da OverDub, da Acme Recording Studio, da Spaghetti Sunday di Francesco, Renato e Luca, da Vladimir Costabile, da tutti quanti! Siamo una grandissima famiglia! Le recensioni stanno dicendo che è un bel disco, la gente lo acquista nonostante ci sia questa crisi del mercato discografico. Sta andando bene il disco e stanno andando bene i video, ringraziamo Mario e Karma Photo che ci permettono di fare più video possibili per un album che è il sogno di ogni band, specialemente ai tempi di oggi in cui Youtube è una legge! Youtube è il cambiamento della comunicazione che è avvenuto, quindi al giorno d'oggi fare un video è importantissimo. È uscito da cinque mesi e questo disco sta andando bene. Stasera è andato tutto benissimo, Spaghetti Sunday ci ha regalato un'esperienza fantastica: ci hanno fatto sentire della gente che suona e che lo fa per mestiere, che ci prova seriamente!
Se tutto va bene stiamo lavorando per l'autunno e l'inverno per riuscire ad uscire fuori dalla Calabria, cosa che abbiamo fatto, però vorremmo fare una specie di tour. Se tutto va bene, grazie a Spaghetti Sunday stiamo cercando di percorrere questa via in maniera prolifica.
Ultimi protagonisti a salire sullo Indipendent State of Coffee Stage sono i cosentini Camera237, mentre alle nostre spalle fervono gli ultimi preparativi dello Stefano Cuzzocrea Stage. Tra il singolo "My Disorder" e brani più datati, la band cosentina dimostra la propria costante evoluzione musicale figlia di una creatività ed una ricercatezza sonora e compositiva non indifferenti. Stupiscono, emozionano e si confermano sempre di più una delle migliori realtà calabresi e – perché no? – italiane: per loro non si possono che sprecare aggettivi positivi.
Sul palco principale assistiamo alla performance di Iosonouncane si esibisce davanti un buon numero di spettatori entusiasti delle sue abilità con campionatore e loop machine.
Dopo un lungo set, è finalmente arrivato il momento del primo ospite internazionale del festival: The Soft Moon, figli del più classico shoegaze ma con innesti elettronici che assicurano un sound immediatamente riconoscibile alla band. Un impatto fortissimo, rimaniamo a bocca aperta per merito della sessione ritmica serrata e dell'accurata sintesi sonora del leader della band. La platea è gremita, entusiasta e partecipe. Clima ideale per accogliere l'ultimo gruppo dell'ALFA ROMEO COLOR Fest 3!
L'esaltazione dei presenti è al massimo quando a mezzanotte e mezza circa (la puntualità è stata una felice costante di tutto il festival) salgono sul palco i Verdena. Il gruppo bergamasco è ormai una realtà fondamentale per il panorama rock italiano e ciò è dimostrato dalle diverse fascie d'età presenti sotto al palco. La scaletta vede a fianco dei brani dell'ultimo Endkadenz Vol.1, quelli del meno recente Wow ed i pezzi storici della band. Quasi due ore di concerto, e nove di festival, non sembrano bastare al pubblico che chiede a gran voce il bis e successivamente aspetterà i membri della band fuori dal backstage. Attesa che poi non è stata ripagata dai Verdena...
Le conclusioni sull'importanza di questo festival le lasciamo alle parole dei gruppi intervistati:
[La Fine] In Calabria un festival di questa portata è importantissimo sia perché porta artisti nazionali ed internazionali di grande caratura, che senza questi festival non verrebbero o verrebbero a delle cifre diverse. Ma soprattutto è importante per noi, per i gruppi calabresi, perché abbiamo la possibilità nella nostra terra di condividere il palco con nomi come, in questo caso, Verdena e Soft Moon, invece di farlo fuori dalla nostra regione. E poi per il pubblico, perché è bella la concezione di festival! I festival nascono in Europa ed è giusto che in Europa ci sia questa cultura di festival: essendo comunque europei, è giusto che continuiamo anche in Calabria a coltivare questa tradizione che è importantissima perché offre al pubblico tante band insieme ed in questo caso in una situazione naturalistica ed architettonica bellissima.
[McKenzie] Un festival di questa portata è importantissimo, come sono importanti tutti i festival che ci sono stati fino adesso, questa estate, e continuano ad esserci: Suoni Pindarici, Frac Festival, MAD Fest, Monte Covello, Curinga, Calafrika... Sono tutti importanti, perché adesso mi rendo conto che la Calabria è diventata un punto di non più di passaggio. Stasera per esempio ho visto diverse persone: mi viene in mente Andrea Provinciali, che è una persona che è nel giro della musica indipendente da un sacco ed è curatore della compilation "This is not a love song". Per far capire quanto è importante questo festival, come tutti gli altri, perché stanno creando un precedente, come è stata anche la serata degli Uzeda con gli Shellac.
[Dissidio] È importantissimo, necessario, fondamentale oltre che bello. Diciamo che ci fa sentire in Italia, che per la Calabria non è una cosa da poco, perché come tutto il mezzogiorno è un po' buttata là. Invece festival del genere fungono da Giro d'Italia, che unisce tutto lo stivale. Quindi è bellissimo, la location è bellissima, chi organizza è fantastico: c'è solo della positività in questo! Tra l'altro ho notato che molte persone sono venute da fuori e, soprattutto, dal "nord" e questa cosa sia per noi, sia per gli organizzatori dovrebbe essere motivo di orgoglio: per una volta non siamo noi ragazzi di "giù" ad andare "su" a vedere un festival grosso, questa volta siamo noi a vedere un festival a "casa nostra".
(Foto di Daria Nesticò)