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Alabama, vince il democratico Doug Jones
WASHINGTON D.C., 13 DICEMBRE – Le elezioni suppletive in Alabama hanno visto come vincitori i democratici, pur con una vittoria risicata. Il presidente Trumpsi è già congratulato con il candidato vincente, Doug Jones, il quale ha diritto ad un seggio nel Senato americano: questo è stato lasciato vacante dal repubblicano Jeff Sessions che è stato chiamato a ricoprire la carica di Ministro della Giustizia.[MORE]
Ma la differenza fra i due maggiori partiti è minima: i democratici hanno vinto con il 49,6% dei voti, mentre i repubblicani hanno ricevuto il 48,8% dei consensi. Una disparità minore all’1% può portare ad un riconteggio dei voti, se così verrà chiesto dal perdente Roy Moore. L’importanza strategica del voto in Alabama potrebbe portare ad un lungo processo di contestazioni: il seggio così ottenuto dai democratici, infatti, riduce ad un solo voto la differenza fra questi e i repubblicani in Senato. Ciò renderà dunque più difficile l’attuazione dell’agenda politica del presidente Trump, già in passato ostacolato da importanti figure del suo stesso partito, come ha fatto John McCain nel boicottare l’annullamento dell’Obamacare.
Queste elezioni sono state sotto i riflettori a causa della loro importanza. Significativo è il fatto che una regione conservatrice come l’Alabama abbia eletto un democratico, per la prima volta dopo l’elezione di Richard Shelby nel 1992. Tuttavia, a guidare il voto degli elettori sembra essere stata la discutibile scelta dei repubblicani di candidare il giudice Roy Moore. Recentemente il candidato americano è stato accusato da numerose donne di molestie sessuali avvenute quaranta anni fa, quando queste erano ancora minorenni: questo sembra essere pesato non poco sulla scelta dell’elettorato evangelico. Inoltre, Moore ha spesso fatto mostra di opinioni estremiste, arrivando a definire l’omosessualità come una malattia e dichiarando di trovando un’America migliore in quella che riconosceva solo i primi dieci emendamenti della Costituzione, escludendo così quelli legati alla lotta allo schiavismo e al diritto di voto alle donne.
L’incertezza degli equilibri politici statunitensi verrà verificata nel novembre del prossimo anno, con le elezioni mid-term, durante le quali si assisterà al rinnovo di un terzo del Senato e dell’intera Camera. Una possibile vittoria democratica metterebbe a rischio il mandato di Donald Trump e degli ultimi due anni di legislazione.
[Foto: The Atlantic]
Velia Alvich