Agguato al vescovo di Firenze : rimane illeso, il segretario gli fa da scudo
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FIRENZE, 5 NOVEMBRE 2011- «È un episodio spiacevole ma sono sereno. Fa parte della nostra missione incontrare la gente e tra questa c'è anche chi non è animato da buone intenzioni, ma verso tutti, anche verso costui, bisogna provare sentimenti di misericordia». Queste le prime parole del vescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, scampato ieri a un attentato, davanti al portone del palazzo arcivescovile, nel centro di Firenze.[MORE]
Secondo la ricostruzione dei fatti, un italiano tra i 60 e i 70 anni, probabilmente un clochard con la barba incolta e un cappellino di lana, intorno alle 19.45, in piazza Duomo ha chiesto all'ingresso della Curia, vicino al passo carrabile dove era appena entrata l'auto con a bordo l'arcivescovo e il segretario particolare don Paolo Brogi di incontrare l’arcivescovo.
Ricevendo un diniego, l’uomo ha estratto una pistola calibro 7.65 puntandola verso il religioso e sparando. Il colpo ha però colpito don Brogi, che gli ha fatto da scudo. Subito sono arrivate le forze dell’ordine e l’ambulanza, allertati dallo stesso Betori. L’attentatore, dileguatosi dopo aver sparato, sarebbe stato già identificato dalla polizia e fermato.
In mattinata il vescovo ha raggiunto l'ospedale di Santa Maria Nuova dove ha fatto visita al segretario particolare, che si trova in prognosi riservata, ma fuori pericolo in quanto il colpo ha sfiorato il fegato ma non ha leso gli organi vitali, e ai cronisti ha puntualizzato: «Non ho affatto paura». E quanto all'attentatore: «Voleva solo parlarmi, ma quando gli ho detto facciamolo non ha saputo pronunciare frasi».
Maria Lo Porto