L'Affare Polanski: come sarà il film sul caso Dreyfus?
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L'Affare Polanski: come sarà il film sul caso Dreyfus?

venerdì 11 maggio, 2012

PARIGI, 11 MAGGIO 2012 - Roman Polanski esce dall’ombra e torna sotto i riflettori: pardon, dietro la macchina da presa. Il noto regista ha infatti rimesso insieme buona parte del team del film L’uomo nell’ombra per un nuovo thriller politico dal titolo D. Lo sceneggiatore Robert Harris ed i produttori Robert Benmussa ed Alain Sarde contribuiranno infatti alla realizzazione dell’opera, basata sull’Affare Dreyfus, uno dei più clamorosi scandali politici e giudiziari della storia. Non sono ad ora noti i nomi degli attori: il casting comincerà a breve. La pellicola sarà finanziata da capitali indipendenti.

Pare che l’intento della produzione sia quello di girare il film a Parigi entro la fine dell’anno. Polanski ha dichiarato di avere sempre avuto il desiderio di girare un film sull’Affare Dreyfus, connotandolo come una spy story piuttosto che come film in costume. Suo obiettivo sarebbe, a suo dire, quello di mostrare lo stretto legame con quanto accade oggi nel mondo, la caccia alle streghe, la paranoia della sicurezza, i tribunali militari segreti, le agenzie di spionaggio non controllate dai governi, le operazioni di copertura e quella che il regista definisce “la violenza della stampa”. In questo senso, si può osservare come D si prospetti non solo come un lavoro pienamente nelle corde di Polanski (sarà valorizzata la vena creativa hitchcockiana?), ma anche l’ideale prosecuzione del recente percorso del regista: la veemenza dialettica di Carnage e gli intrighi mediatici e politici de L’uomo nell’ombra confluirebbero in un’unica vicenda.

Vale la pena ricordare che l’Affare Dreyfus esplose nel dicembre del 1894, allorché il Capitano Alfred Dreyfus, tra i pochi ufficiali ebrei nello Stato Maggiore dell’esercito francese, venne accusato di spionaggio a favore dell’impero tedesco. Sono almeno due gli aspetti di questo episodio storico che incuriosiscono in relazione al film.

Il primo è relativo al quanto sarà rilevante nel film la vicenda giudiziaria. L’ufficiale fu infatti riconosciuto colpevole in un processo svoltosi a porte chiuse tra il 19 ed il 22 dicembre e condannato ai lavori forzati sull’Isola del Diavolo, nella Guyana francese, prima che il caso venisse riaperto nel 1896 dal colonnello Georges Picquart, nuovo capo dell'ufficio informazioni dello Stato Maggiore, che spostò le accuse sul Maggiore Ferdinand Walsin Esterhazy, nobile di antichissima origine oberato dai debiti di gioco. Su queste basi, lo script potrebbe prendere la forma di una sorta di legal-thriller storico, privilegiando le aule di tribunale, oppure dare risalto all’attesa di Dreyfus nella Guyana, a mo’ di Conte di Montecristo. Molto dipenderà dalle scelte dello sceneggiatore Robert Harris.[MORE]

Il secondo riguarda gli attori che impersoneranno l’accusato, presumibilmente protagonista, ma anche Emile Zola, ammesso che si possa ritagliare nella storia uno spazio sufficiente. È risaputo infatti che il 14 gennaio del 1898, l’intellettuale e scrittore, padre del Naturalismo francese, pubblicasse sulla rivista letteraria Aurore una famosa lettera al Presidente della Repubblica, dal titolo J’accuse, con lo scopo di denunciare le irregolarità del processo. Tra l’altro, non è accertato storicamente ma è stato ipotizzato che la morte dello scrittore nel 1902 fosse dovuta ad una manomissione della canna fumaria in qualche modo collegata alla severa presa di posizioni di Zola nell’Affaire: lo spunto per un intrigo nell’intrigo? Il bello – e il difficile – del cinema: la sua possibilità di prendere un’infinità di direzioni.

(in foto: Roman Polanski)

Antonio Maiorino


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