Adelfia, costretto a mantenere tre famiglie mafiose negoziante nel barese
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ADELFIA (BARI), 05 NOVEMBRE 2014 - Oltre al danno, la beffa per un negoziante di Adelfia, in provincia di Bari. A far scattare le indagini i numerosi attentati che avevano colpito la sua attività nel giro di pochi mesi. L'uomo era tenuto d'occhio da tre diversi boss mafiosi: il suo pizzo consisteva nel dare una sorta di piccolo stipendio a tre famiglie mafiose, i cui cari erano in carcere.
Nell'ultimo attentato, era stata lanciata una bomba nel negozio, tanto potente da sventrare il locale e incendiare due auto parcheggiate nei dintorni. Tutto era partito tre anni prima, quando la famiglia del primo boss in carcere aveva chiesto 500 Euro all'uomo come prima estorsione. Nel tempo, la notizia dell'estorsione si era diffusa velocemente e, quando altre persone avevano saputo della cosa, avevano deciso di bussare alla porta del negoziante per chiedere lo stesso trattamento.[MORE]
I due clan rivali si erano così fronteggiati con attentati nei confronti dell'uomo, per stabilire a chi questi dovesse il pizzo. Le indagini sulla stramba vicenda sono state condotte dalla DDA barese. Le forze dell'ordine sono partite dall'uomo, che aveva denunciato i fatti temendo per il fallimento della propria attività commerciale.
Dai suoi conti correnti, si è così potuto risalire alle prime due donne che chiedevano il pizzo: gli agenti hanno provveduto ad arrestarle, mentre il giudice ha disposto per loro i domiciliari. Ora, l'uomo è finalmente libero di portare avanti la propria attività senza dover pensare a difendersi dalle estorsioni.
(Foto santeramolive.com)
Annarita Faggioni